L'Italia sulla luna

Tasse e migranti: Renzi s’arrabbia e fa una smusata ai maestrini di Bruxelles

E così alla fine l’hanno fatto arrabbiare. E poche ore fa, in diretta radio su Rtl 102.5, il premier Matteo Renzi ha fatto intendere di non voler essere per sempre ostaggio dei (sedicenti) signori dell’Europa.

Renzi ha annunciato nei giorni scorsi di voler ridurre le tasse (a cominciare da quelle sulla casa), una boccata d’ossigeno in un Paese ormai stremato dai prelievi. Quelli di Bruxelles (chiamati così genericamente perché neppure lui, Renzi, sapeva nomi, cognomi e indirizzi) gli hanno fatto subito sapere che non se ne parlava nemmeno per via del patto di stabilità.

Al che Renzi si è giustamente risentito e, via radio, non l’ha mandata a dire con circonlocuzioni varie. “Quando c’è da parlare di immigrazione – ha detto Renzi –quelli di Bruxelles sono tutti in ferie, si girano dall’altra parte, quando si parla di tasse si svegliano tutti insieme. Le tasse le abbassiamo da soli, non ce lo facciamo dire dall’Unione europea cosa tagliare o no”.

E se qualcuno fino a quel momento non aveva capito, Renzi ha aggiunto: “Si vede che anche a Bruxelles quest’estate ha fatto molto caldo”.

Per poi concludere: ”Il 16 dicembre gli italiani pagheranno la seconda rata della Tasi, ebbene, quella data segna il funerale delle tasse sulla casa”.

A stretto giro di posta è arrivata la replica da Bruxelles: “Siamo consapevoli delle recenti dichiarazioni del premier Renzi – ha detto la portavoce della Commissione agli affari economici Annika Breidthardt - e non abbiamo altro da commentare” aggiungendo che la legge di stabilità sarà valutata in autunno e “la valutazione sarà basata sui fatti, su quello che ci sarà e sulle previsioni economiche della Commissione di novembre”.

Lo sfogo di Renzi, data la veemenza, è apparso davvero sorprendente in un mondo come quello della politica europea, dove si gioca quasi sempre di fioretto. Ma evidentemente il premier di casa nostra non ne può più di assistere all’indifferenza dei colleghi europei di fronte a ciò che succede ogni giorno davanti alle nostre coste. Con barconi che, giorno dopo giorno, trasportano in condizioni disumane migliaia di profughi o clandestini nel nostro Paese e il nostro Paese che si fa in quattro per accoglierli.

Più volte Renzi ha messo l’Europa di fronte alle sue responsabilità insistendo soprattutto sul fatto che il canale di Sicilia non può essere considerato il confine dell’Italia ma deve essere considerato il confine dell’Europa tutta. E sottolineando quindi il fatto che la gestione dei migranti non può essere solo un problema italiano ma deve essere un problema condiviso da tutti i Paesi dell’Unione.

Per mesi Renzi ha chiesto questo e per mesi l’Europa ha fatto finta di nulla. Anzi arrivando come è successo in queste ore a bacchettare il premier italiano che sul fronte tasse cerca di dare respiro agli italiani e impulso al suo governo. E prospettandogli la possibilità di fare qualche altro gravoso compito a casa.

Chiaro che Renzi si sia, per così dire, un po’ innervosito. Ora però i migranti hanno cominciato ad arrivare in massa anche via terra e creando non pochi imbarazzi a paesi dell’est europeo come Ungheria e Cecoslovacchia, terre di transito per l’agognata Germania. E l’Europa, con questo nuovo fronte aperto, sembra cominciare ad uscire dal torpore su cui si era adagiata fino ad oggi considerando l’arrivo dei migranti solo un problema italiano.

Guardiamo cosa succederà e guardiamo quale strada intenderanno percorrere i tanti maestrini dalla penna rossa di Bruxelles che hanno fatto innervosire il nostro premier.

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