L'Italia sulla luna

La Merkel dà vita ad una nuova Europa e noi non ce ne accorgiamo

Il grande cuore della Merkel, la sua immensa sensibilità, una cancelliera dall’animo imprevedibilmente sensibile, una vera leader che sa risolvere i problemi e accorre in aiuto dei migranti spalancando loro le porte della Germania.

Ho letto e ascoltato tante di quelle amenità in questi giorni che la metà sarebbero bastate da qui alla fine dell’anno.

Perché certamente anche la Merkel, cancelliera tedesca dal pugno di ferro e dal carattere inossidabile, avrà un cuore, avrà un’anima, avrà tanta sensibilità ma che nessuno mi venga a dire che il suo cambiamento nei confronti del problema migranti è stato determinato dalla drammatica foto del piccolo Aylan, il bambino siriano di tre anni riverso senza vita sulla spiaggia di Bodrum, affogato mentre tentava con la famiglia di raggiungere la Grecia dalla Turchia. Una foto e una storia (morti anche la mamma e un fratellino di Aylan, nella traversata solo il padre si è salvato) che hanno fatto il giro del mondo e che hanno commosso milioni di spettatori attoniti davanti a quel corpicino senza vita.

Certamente si sarà commossa anche la cancelliera Merkel, ma da qui a cambiare completamente politica nei confronti dei rifugiati ce ne corre.

Per anni la Merkel ha fatto finta di non accorgersi di tutti i morti affogati nel canale di Sicilia, tutta gente che tentava dal nord Africa di sbarcare sulle nostre coste. Per anni, pur andando in vacanza ad Ischia, la cancelliera ha fatto finta di non vedere l’Italia (e soprattutto il sud) invaso da poveretti che scappavano da qualche guerra e che non potevano fare altro che raccogliere tonnellate e tonnellate di pomodori per pochi euro al giorno, o mettersi (inconsapevolmente?) al servizio della mafia o della camorra come venditori di ogni tipo di merce contraffatta.

Per mesi e mesi ha fatto finta di ascoltare il nostro premier Renzi che faceva presente che la vicenda migranti non poteva essere solo un problema italiano ma doveva essere un problema europeo. Per mesi e mesi ha fatto finta di ascoltare il nostro premier sottolineare che Lampedusa non è il confine più a sud dell’Italia ma rappresenta il confine più estremo dell’Europa.

La Merkel ha ascoltato o ha fatto finta di ascoltare ma in tutto questo tempo non ha fatto nulla. Poi l’improvviso cambiamento. Dovuto alla tragica foto del piccolo Aylan? Non ci credo.

Credo piuttosto che alla Merkel siano arrivati i risultati di uno studio da lei commissionato chissà quando sullo stato della Germania. Risultati drammatici per il paese più ricco e produttivo dell’Europa. I tedeschi non fanno figli (o ne fanno troppo pochi) i tedeschi sono un popolo anziano e, grazie ai ritrovati della medicina, longevo. Stando così le cose, senza addentrarci in troppi calcoli, come possono stare in equilibrio i dati della produzione e quelli delle pensioni? Non possono stare in equilibrio. Occorrono forze fresche, occorrono giovani di buona volontà che vadano nelle fabbriche a prendere il posto di quelli che vanno in pensione, occorrono lavoratori specializzati che coi loro stipendi (e relative tasse) possano contribuire a sostenere il welfare degli anziani tedeschi.

Ecco quindi la decisione della Merkel di aprire le porte ai migranti e ad affermare che la Germania potrà assorbire mezzo milione di migranti l’anno per più anni. Una dichiarazione che ha dell’incredibile. Migranti quasi esclusivamente siriani (in fuga dalla guerra scatenata dall’Isis) perché in Siria il grado di istruzione è più elevato che in altre parti e così il grado di specializzazione. Siriani (non profughi subsahariani troppo ignoranti per essere immessi subito nel ciclo produttivo) che, dice la Merkel,  dovranno fare presto a imparare il tedesco, dovranno integrarsi, dovranno lavorare, rispettare le regole, col tempo diventare tedeschi a tutti gli effetti.

Davanti a quello che sta succedendo in queste ore scrive Oldbatman (fedele e stimato lettore di questo blog): “Io vorrei tanto scappare da questa Europa impazzita che pretende di farci impazzire”.

Io no, non ho voglia di scappare, perché se è vero, come canta De Gregori da trent’anni a questa parte, che la storia siamo noi, è certo che ci prepariamo a vivere un momento storico dell’Europa come non ci saremmo mai immaginati. Forse potremmo assistere alla possibile nascita di una nuova Europa così come abbiamo assistito, aiutati dai libri, dagli organi di informazione, dal cinema, dai documentari televisivi, alla nascita degli Stati Uniti d’America. Un grande, strano, affascinante Paese formato da miriadi di popolazioni di varie nazionalità di origine e lingue, di infinte religioni, dalla pelle di tutti i colori, dove tutti si dicono orgogliosamente americani e parlano inglese.

Riusciremo mai noi italiani, spagnoli, francesi, portoghesi, greci,  a superare i nazionalismi, riusciremo mai a superare le divisioni religiose interne, riusciremo mai a dirci Europei? Potrebbe davvero essere interessante assistere a questa possibile trasformazione avviata, secondo me, dalla cancelliera di ferro Angela Merkel.

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