Vietare la vendita di armi negli Stati Uniti? Impossibile
La nuova strage avvenuta in un college di Roseburg nello stato americano dell’Oregon (nove studenti uccisi, freddato dalla polizia il killer, Chris Harper Mercer, 26 anni, affetto, si dice, da problemi mentali) ha ovviamente riaperto il dibattito sull’uso e la vendita delle armi in Usa. Un paese dove le armi vengono vendute liberamente nei negozi e dove ogni americano, stando alle statistiche, ha un qualcosa con cui sparare. Una gamma di armi da fuoco che può andare dalla semplice pistola ad un kalashnikov. Un paese dove ogni anno alcune centinaia di persone perdono la vita in qualche sparatoria.
Un problema gravissimo quello delle armi in Usa, di cui si è più volte occupato il presidente Obama (ed è tornato a farlo anche in queste ore) e affrontato anche da Papa Bergoglio nel suo recente viaggio negli Stati Uniti. Del problema anche oggi parlano tutti: giornali, radio, televisioni, social.
Un problema gravissimo ma di non facile soluzione. E mi viene veramente da scuotere la testa quando sento alcuni maitre à penser che propongono soluzioni banali come quello di imporre in America il divieto di vendita delle armi, o quando ascolto altri fini intellettuali che tentano di spiegare la passione degli americani per le armi con il mito del Far West, della nuova frontiera, delle guerre indiane, dei polizieschi che affollano le tv o altre amenità del genere.
Certo, penso che su qualcuno queste cose possano fare effetto, e penso anche che le potentissime lobby delle armi che ci sono in America si diano da fare per impedire il blocco della vendita dei loro micidiali prodotti.
Ma state certi che se in America non si arriverà mai ad una legge che impedisca in modo perentorio la vendita delle armi, non sarà certo per il potere delle lobby, ma sarà perché la maggioranza degli americani vuole continuare ad esercitare il diritto, sancito da un articolo della loro leggendaria Costituzione, di possedere un’arma per difendersi.
Perché avere un’arma in America non è solo un diritto ma è spesso una necessità.
Solo chi ha limitato la sua conoscenza dell’America a New York, Philadelphia, Washington, Miami, San Francisco, Las Vegas o Los Angeles è giustificato a non capire il diritto a possedere un’arma contenuto nella Costituzione Usa.
Quelli che in automobile o in pullman si sono spinti nel cuore vero degli Stati Uniti, quelli che hanno visto l’altra faccia dell’America attraversando stati come lo Iowa, il Wyoming, il Dakota, l’Utah al nord o altri stati al sud altrettanto fuori mano rispetto alle coste del Paese, si possono benissimo rendere conto del perché gli americani amino tanto le armi o sentano la necessità di averne una a disposizione.
Attraversare quegli stati è come trovarsi in un immenso deserto posto proprio al centro di uno dei più industrializzati e all’avanguardia paesi del mondo. E’ come trovarsi sperduti nel nulla, in un Sahara fatto di praterie e altipiani, altipiani e praterie. Dove ti puoi imbattere con immensa meraviglia in una ordinatissima cassetta postale di un cittadino qualsiasi posta sul ciglio della strada e non riuscire a scorgere all’orizzonte dove possa essere la fattoria. Dove ti puoi imbattere in un motel piantato nel nulla con annesso supermarket (dotato veramente di tutto, dai trattori alle aspirine) aperto tutta la notte e distante chilometri e chilometri dalla prima abitazione del contado.
Prendiamo l’Oregon ad esempio, lo stato dove è avvenuta la strage di pochi giorni fa. Ebbene l’Oregon, stato affacciato sul Pacifico e confinante a sud con l’immensa California e a nord con lo stato di Washington (lo stato, non la città) sapete quanti km2 è? Ce lo dice l’insostituibile Wikipedia: 255.026. Sapete quanti sono quelli dell’Italia? Eccoli: 301.340. Insomma l’Oregon è poco più piccolo dell’Italia. Sapete quanti abitanti ci sono in tutto l’Oregon? 3.831.074. Sapete quanti ne ha l’Italia? 60.720.000. Senza stare a soffermarsi sul raffronto del numero degli abitanti per km2 (in Oregon ce ne sono quindici) si può quindi dire che l’Oregon è uno stato praticamente disabitato.
Sempre Wikipedia ci avverte che l’Oregon è detto anche lo stato dei castori, data l’immensa proliferazione dei roditori e che ci sono vaste aree incontaminate. Allora secondo voi, a vivere in un posto del genere ma anche in tanti altri stati degli Usa, potrebbe essere utile o no avere a portata di mano un qualcosa per difendersi da animali selvaggi o balordi in continuo movimento? Penso di sì. Ed è per questo motivo che in America non passerà mai la legge che proibisca l’acquisto delle armi.
Certo in qualche maniera bisognerà studiare il sistema perché queste armi non finiscano in mano a gente con disturbi mentali o comportamentali, ma una cosa è certa che in America, nell’America rurale e incontaminata, lontana dalle metropoli, le armi ci saranno sempre.
Dico la verità: io sono contro le armi e non possiedo nemmeno quell’aggeggio svizzero con tante funzioni compreso il coltellino. Ma se dovessi ritrovarmi a vivere in una fattoria isolata dal resto del mondo nell’Oregon o nel Wyoming la prima cosa che farei sarebbe quella di comprami un’arma da fuoco.
Sono forse pazzo come la maggioranza degli americani? Forse. Ma ognuno ha le proprie pazzie e se le tiene.
Ricordo sempre un mio caro amico della Pennsylvania che tanti anni fa venne a trovarmi a Firenze. Appassionato di guida (possedeva addirittura un museo di automobili antiche) sbarcò a Milano e affittò una macchina. E si ritrovò per la prima volta di sera e sotto la pioggia battente a percorrere in mezzo a Tir e un’infinità di altre macchine, il tratto dell’A1 Bologna-Firenze. Arrivò a casa mia furibondo e bianco come uno straccio e la prima cosa che mi disse fu: “Voi italiani siete pazzi a guidare e a rischiare di morire su un’autostrada del genere”.
Negli Stati Uniti hanno ancora le armi, noi abbiamo ancora, e ce ne vantiamo, la Bologna-Firenze, ottanta dannati chilometri di autostrada da incubo.