Marino, il Vaticano: e se anche la Chiesa avesse bisogno di una “scossa”?
Forse potrebbe anche avere ragione chi ipotizza che a licenziare il sindaco Marino dal Campidoglio sia stato il Papa in diretta quando, il 29 settembre, sull’aereo che lo riportava a Roma dal viaggio negli Usa, Bergoglio disse ai giornalisti che non era stato lui a invitare il sindaco di Roma a Philadelphia e che non gli risultava neppure che fosse stato invitato da qualcuno dell’organizzazione vaticana. Messaggio recepito in tutto il mondo. A seguire, duri attacchi al sindaco da parte anche di “Avvenire” e dell’”Osservatore romano”.
Forse potrebbe avere ragione chi ipotizza che Marino si sia ben bene inimicato il Vaticano per le sue posizioni sulle unioni civili, per la trascrizione dei matrimoni gay all’estero e anche per la sua insistenza a volersi far vedere e fotografare col Papa.
Impressioni d’ottobre che potrebbero essere anche avallate dall’anticipazione di una lettera ai romani a firma del cardinale Agostino Vallini, vicario del Papa a Roma. Nella lettera, che sarà pubblicata fra pochi giorni, si affrontano vari temi fra i quali “le nuove povertà” e “le questioni dell’accoglienza e dell’integrazione”. Ma nell’intervento scritto si pone anche l’accento sul fatto che Roma ha bisogno di una “scossa” e sulla necessità di “formare una nuova classe dirigente nella politica”. “Il tema non è più rinviabile” sottolinea il cardinale Vallini.
Ora, è fuor di dubbio che il cardinale Vallini abbia tutto il diritto di esprimere le proprie opinioni non solo in campo religioso ma anche in quello politico. Il fatto però che lo faccia in un momento così delicato per Roma e anche per tutti quelli che sono impegnati a risolvere i problemi legati alla Capitale (senza dimenticarsi che l’8 dicembre comincia il Giubileo straordinario indetto da papa Bergoglio) sembra perlomeno avventato se non inopportuno.
Anche perché se la classe politica italiana non è proprio messa bene, pare a molti che anche la Chiesa in questo momento abbia parecchie cose da chiarire o cominciare ad affrontare, da quelle più semplici che riguardano i divorziati a quelle molto più complesse come possono essere il ruolo della donna nella Chiesa, i preti gay, il problema dei preti pedofili, le unioni di fatto.
E allora non sarebbe azzardato dire che anche la Chiesa potrebbe avere bisogno di una “scossa” e di una “nuova classe dirigente” in grado di interpretare al meglio il tempo in cui viviamo.