L'Italia sulla luna

Mattarella, la straordinaria forza della normalità

Alcuni lettori più o meno educatamente mi hanno rimbalzato per avere scritto che, secondo me, erano (sono) rivoluzionarie le parole espresse dal presidente della Repubblica Mattarella nel suo discorso di fine anno a proposito di evasione fiscale (“inaccettabile”) e immigrazione (“va governata”).

Questi lettori sostengono che queste parole non hanno niente di rivoluzionario: ma sono solo di una ovvietà disarmante.

Ebbene permettetemi di dissentire: primo perché, come ho già scritto, non avevo mai sentito parole del genere pronunciate da un presidente della Repubblica, secondo perché la forza delle parole di Mattarella sta proprio nella normalità, nell’ovvietà se vogliamo definirla così, delle cose dette.

In un Paese che funziona, in un Paese dove tutto fila a meraviglia, dove c’è il rispetto delle leggi e delle regole a nessuno forse passerebbe per la mente di dire cose che tutti conoscono a menadito.

Ma in un Paese dove ci sono ogni anno 122 miliardi di euro di evasione fiscale e nessuno sembra preoccuparsene più di tanto, in un Paese dove ogni anno, ad ogni dichiarazione dei redditi, i giornali si divertono a fare titoli sui commessi che (stando alle dichiarazioni) guadagnano più dei loro datori di lavoro, dove ogni anno si sottolinea (ma così tanto per fare perché poi a queste denunce non c’è alcun seguito) che avvocati, medici, odontoiatri, gioiellieri, concessionari di stabilimenti balneari, ristoratori, tassisti, concessionari di automobili, e via di seguito sono (stando alle loro dichiarazioni dei redditi) dei poveretti a cui lo Stato dovrebbe dare una mano per andare avanti, quanto detto da Mattarella (“Inaccettabile”) non può che essere rivoluzionario. E non può che tentare di risvegliare le coscienze e di tanti politici che fanno finta di non essere a conoscenza del fenomeno e di tanti italiani supertassati e quasi rassegnati a questa situazione.

Così come è rivoluzionario il richiamo al rispetto da parte di tutti (da italiani ma anche da immigrati) delle leggi e delle regole. Ovvio anche questo. Ma non tanto ovvio in un Paese dove ogni giorno migliaia di immigrati (rifugiati? clandestini?) spacciano tranquillamente per le strade delle nostre città non solo droghe di vario genere ma anche tutti i prodotti della fiorente industria dedicata ai vari settori merceologici da mafie di varia natura.

Ma anche in questo caso le attenzioni del potere sono ottenebrate dalla routine e tutto fila liscio come l’olio. Colpevoli e coscienti disattenzioni e distrazioni che non possono che portare consenso alle drastiche soluzioni prospettate da leghisti e simpatizzanti di estrema destra.

Si potrebbe andare avanti per un pezzo. Mi piacerebbe aprire un capitolo anche sulle vergogne della legge sulla privacy dal momento che proprio di recente ho letto che alcuni ristoranti, nella zona che frequento spesso, si preparavano per la cena di Capodanno a servire ai clienti pesce di dubbia provenienza e per questo sequestrato dalla guardia di Finanza. Secondo voi sono riuscito a sapere quali erano (sono) questi ristoratori che forse tentavano di farmi passare una notte in bianco? No, perché tutelati dalla legge sulla privacy.

Allora, nell’attesa di un intervento del presidente della Repubblica anche su questo aspetto folcloristico del nostro Paese, ribadisco che bene ha fatto Mattarella a dire ciò che ha detto e aspetto fiducioso che anche il governo faccia propria la straordinaria forza della normalità di quelle parole.

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