Renzi porta a casa una legge per la storia e si fa un bel regalo
173 a favore 71 contrari. O è uno molto bravo o è uno molto fortunato. Ma potrebbe essere anche un po’ e un po’. Sto parlando di Matteo Renzi, segretario nazionale Pd nonché presidente del Consiglio da due anni, che alcune ore fa ha portato a casa una legge che sembrava quasi impossibile proporre in Italia. La legge è ovviamente quella sulle unioni civili, una legge che permetterà anche alle coppie dello stesso sesso di essere riconosciute dallo Stato come una famiglia vera e propria. Queste coppie non potranno adottare un figlio naturale del compagno o della compagna (la stepchild adoption e’ stata per ora messa in soffitta) ma presto, secondo me, si riaprira’ il dibattito sulla questione.
Fin dall’inizio della discussione su questa legge (che i Paesi più avanzati dell’Europa hanno già da alcuni anni e che l’Italia non poteva più rinviare) Matteo Renzi (ex Dc, ex Margherita, formazione cattolica) si è mantenuto al di sopra delle parti lasciando addirittura libertà di coscienza ai parlamentari Pd al momento del voto.
All’inizio del percorso del ddl Cirinnà in Senato, per Renzi e il Pd sembrava tutto in discesa, perchè in pratica il M5S aveva dato la sua disponibilità a favore di tutto il pacchetto unioni, compreso il problema adozioni. Renzi quindi poteva osservare con un certo ottimismo lo scorrere della vicenda.
Poi però quando i grillini si sono incredibilmente sfilati e hanno ritirato la disponibilità a votare per unioni civili e adozioni insieme (creando anche una notevole spaccatura all’interno del movimento) Renzi non si è scomposto, ha tolto dal pacchetto la stepchild adoption, ha posto la fiducia sul provvedimento all’esame del Senato ed ha portato a casa la legge. Accontentando tutti quelli che voleva accontentare.
Rispondendo in maniera ferma e decisa al presidente della Cei Bagnasco, che, con una intromissione inacettabile aveva chiesto che al Senato il voto avvenisse a scrutinio segreto (sperando in una clamorosa bocciatura) ha accontentato tutti quei laici che pensano che la Chiesa si debba occupare della sua missione e non degli affari interni di un libero Stato. “Come si vota in Senato lo decide il presidente del Senato non il presidente della Cei”, aveva risposto a muso duro Renzi facendo intendere a certi protagonisti della Chiesa che i tempi in Italia sono definitivamente cambiati.
Togliendo dalla discussione (almeno per il momento) la stepchild adoption ha accontentato i cattodem del Pd che forse, se fosse stato per loro, non avrebbero voluto neanche l’equiparazione delle coppie gay alle coppie uomo-donna, ma che proprio non volevano sentir parlare di adozioni.
Nella stessa maniera ha accontentato Alfano e il suo Ncd anche loro contrarissimi alle adozioni.
In definitiva ha accontentato anche la minoranza dem (anche se oggi si leva qualche voce critica) portando a casa la legge sulle unioni civili. E forse anche quelli della minoranza dem erano comvinti che per l’Italia l’introduzione immediata delle adozioni da parte delle coppie gay, sarebbe stato forse un passo troppo lungo e complicato. Ma passetto dopo passetto arriveranno anche le adozioni.
Ha accontentato Verdini e quelli di Ala, appagati dal fatto di essere ormai considerati organici alla maggioranza (anche se le cose non stanno cosi’, sono organici alle riforme che Renzi vuole assolutamente e giustamente fare).
Ha accontentato se stesso facendo apparire quelli della destra berlusconiana e quelli della Lega come vecchi arnesi della politica, esemplari in via di estinzione di un mondo politicamente giurassico.
E infine Renzi ha fatto a se stesso e a milioni di italiani il regalo piu’ bello per festeggiare degnamente i due anni di governo: il fatto di aver messo in risalto, con la vicenda delle unioni civili, l’assoluta inaffidabilità del M5S che anche ieri, uscendo dall’aula, non ha partecipato al voto finale. Al voto di una legge che entrerà nella nostra storia: come quella sul divorzio o come quella sull’aborto. E i grillini stavano a guardare