Buonisti si muore: l’Europa deve reagire al fondamentalismo islamico
New York, Madrid, Londra, Parigi, Istanbul, Ankara, Bruxelles. Ancora attentati, ancora morti, ancora famiglie distrutte dalla furia di musulmani integralisti, dalla follia omicida di combattenti dell’Isis.
Il mondo occidentale piange un’altra volta i suoi morti, il mondo occidentale è un’altra volta sotto l’attacco di un califfato che vuole solo seminare morte e distruzione. Che vuole incutere terrore, che vuole cambiare il nostro modo di pensare, il nostro modo di vivere, che vuole distruggere la nostra cultura.
Ora, mentre davanti agli occhi mi scorrono da ore le immagini di morte e terrore che provengono dal Belgio, mi chiedo: è possibile mai davanti a questo nuovo attacco di pazzi kamikaze rispondere (come stanno facendo vari politici anche di casa nostra) con la teoria dell’accoglienza, con l’invito all’integrazione, con l’invito alla comprensione, con un buonismo per me incomprensibile, con un’arrendevolezza, per me laico, che ha dell’assurdo? Come se questi attacchi sanguinari a cui è sottoposto l’occidente, fossero per tanti che non la pensano come me una specie di provvida sventura di manzoniana memoria. Una sorta di prova da superare per raggiungere chissà quali mete celesti.
Non ho mai condiviso la teoria della provvida sventura, non mi annovero tra i buonisti tout court, ma non sono neppure di quelli che dicono: benissimo andiamo a spianare a suon di bombe il califfato, andiamo a spianare quelle città, quei paesi e quei villaggi che i fanatici dell’Isis occupano in Siria, in Libia in altre nazioni del disastrato medio oriente.
Né buonista, né leghista, né (come certamente mi battezzerà qualcuno) fascista.
Però penso che di troppa democrazia uno Stato possa anche morire, penso che non si possa rispondere ad un kamikaze imbottito di tritolo che vuole ammazzare te e la tua famiglia con il sommesso invito a comportarsi bene.
Non so quale sia la strada giusta per fermare questa inarrestabile onda omicida che arriva dal fondamentalismo islamico, ma dentro di me so per certo che l’Europa deve trovare un punto d’intesa comune sulla strategia per arrestare queste stragi di innocenti. Devono trovare una soluzione quegli stessi Paesi europei che in questi giorni giocano con le migliaia di migranti che arrivano come se fossero figurine Panini: tu me ne accogli tre, poi io te ne prendo uno, se è buono me lo tengo oppure lo rimando indietro. Quegli stessi Paesi europei che si interrogano se sia giusto o no prendere le impronte digitali a migliaia di indistinte persone che chiedono asilo, e si chiedono se sia democratico o sia antidemocratico.
Quegli stessi Paesi europei che non sanno darsi una risposta o meglio non vogliono darsi una risposta ad una domanda facile facile come questa: se ventidue milioni di siriani decidessero tutti e ventidue di chiedere asilo, in che maniera dovrebbe rispondere l’Europa? O se decidesse di approdare sulle nostre amate sponde metà della popolazione libica (altri milioncini di persone) per scappare dal loro paese in guerra, cosa potrebbe succedere?
Eh sì, se succedesse questo sono sicuro che tanti buoni pensieri di noi occidentali impastati di troppa democrazia, troppo buonismo, troppa tolleranza, troppa comprensione, troppa indulgenza, troppa accoglienza potrebbero subire duri colpi, potrebbero trovarsi di fronte a vari ripensamenti.
Signori dell’Europa, è arrivato il momento di svegliarsi, è arrivato il momento di prendere decisioni chiare e definitive. Perché anche in queste ore abbiamo avuto la riprova che il nemico non è alle porte, il nemico è già entrato in casa e ci sta massacrando.