E’ stato il buonsenso degli italiani a far fallire il referendum
Li aveva tutti contro. Da Forza Italia alla Lega, dal M5S a Fratelli d’Italia, da Sinistra Italiana alla minoranza del suo stesso partito, il Pd. Ma Matteo Renzi, se vogliamo usare una forma educata, li ha stracciati tutti.
Il referendum sulle trivelle in mare, così come auspicava l’astensionista presidente del Consiglio, non ha raggiunto il quorum del 50%. L’affluenza, purtroppo per chi aveva promosso la consultazione elettorale, si è fermata ad un miserevole 31%. Di questo 31%, l’85% ha votato sì per l’immediata chiusura di tutte le trivelle entro la fine dell’anno, il 15 per il no. Numeri e percentuali che valgono zero davanti al mancato raggiungimento del quorum. Le trivelle in mare che estraggono gas e petrolio potranno lavorare fino all’esaurimento dei giacimenti.
Ma al di là di tutte queste considerazioni, c’è da dire che hanno fatto davvero una figuraccia i governatori delle nove regioni (con in testa Michele Emiliano, Pd, presidente della Puglia) che avevano scommesso tutte le loro forze e le loro influenze per dare una clamorosa spallata a Renzi e al suo governo. Intenzione, ovviamente, ben condivisa, come si diceva all’inizio, da tutte le opposizioni riunite in una specie di Sant’Alleanza contro il governo e il suo premier.
La spallata e anche bella violenta al contrario l’hanno presa l’opposizione e soprattutto il governatore Emiliano (ex dalemiano, è bene ricordarlo) che non è neppure riuscito a portare la sua regione, la Puglia, a raggiungere il sospirato quorum.
L’astensionista Renzi giustamente, subito dopo l’ufficialità del risultato, ha fatto un intervento parecchio deciso e si è tolto (come si usa ancora dire) qualche sassolino dalle scarpe rimandando al mittente con interessi l’improvvido tentativo di scuotere la sua leadership di premier e di segretario del Pd.
Ma Renzi ha avuto anche la grande accortezza di non intestarsi la indiscussa vittoria elettorale. E non ha intestato la vittoria neppure la suo governo. Hanno vinto, ha detto, gli undicimila tra operai e ingegneri che operano sulle trivelle e non hanno perso il posto di lavoro “consapevoli di avere un futuro e non un passato”.
E non ha perso, ha aggiunto, chi è andato a votare: “Chi vota non è mai sconfitto. Lo sono quei pochi consiglieri regionali e qualche presidente di Regione che hanno voluto cavalcare il referendum per ragioni personali, politiche, per esigenze di conta interna, per sognare una spallata al governo”. Un sogno sfumato che, è stato sottolineato, è costato qualcosa come trecento milioni di euro che le regioni avrebbero potuto impiegare molto meglio.
Fin qui la politica.
Secondo me a vincere sono stati quei milioni di italiani (la stragrande maggioranza) che seguendo l’indicazione del presidente del Consiglio invece che a votare sono andati a fare una gira al mare, sono andati in campagna, sono andati a visitare il nuovo centro commerciale sorto ad Arese là dove c’era la fabbrica dell’Alfa Romeo (sembra che i visitatori siano stati centomila), si sono spalmati davanti al campionato di calcio in tv.
Menefreghismo, lassismo, antipolitica, boicottaggio, disimpegno? No, secondo me, solo buonsenso. Gli italiani si sa non sono per niente stupidi, sono furbi, scaltri, intelligenti, è gente pratica.
E allora nella testa di tutti quelli che non sono andati a votare, respingendo ogni tipo di coinvolgimento ideologico, potrebbe essere scattato un pensiero del genere. Le trivelle in mare ci sono già, ci lavorano sopra undicimila persone che ovviamente direttamente o indirettamente coinvolgono undicimila famiglie, sotto le trivelle ci sono ancora gas e petrolio da estrarre. Andando a votare sì, cioè a chiedere l’immediata chiusura di tutti gli impianti, non solo quei lavoratori dovrebbero essere mandati a casa, ma non estraendo più né gas né petrolio di cui abbiamo tanto bisogno non è che l’Italia sarebbe costretta a comprare per intero questi prodotti all’estero? Non sarebbe da pazzi lasciare gas e petrolio in fondo al mare? E non è che il governo, davanti a questa eventualità, potrebbe essere costretto ad aumentare i prezzi del gas, del petrolio e di tutti i suoi derivati compresa la benzina?
Insomma non andando a votare gli italiani avrebbero fatto una scelta di buonsenso, rifiutando le scelte di campo. Solo così si può spiegare il fatto che tutte le opposizioni unite, la sinistra radicale e frange del Pd non siano riuscite a raggiungere il quorum necessario per la validità del referendum.