Quell’Italia malata che ha ucciso la piccola Fortuna
Davanti a tanto orrore, davanti alla vicenda della piccola Fortuna fatta volare giù da un palazzo alla periferia di Napoli per essersi ribellata alle ulteriori molestie del suo aguzzino, anche il Papa (dopo peraltro il presidente della Repubblica Mattarella) ha sentito il dovere di intervenire. “La pedofilia è una tragedia - ha detto Francesco all’Angelus di domenica scorsa - non dobbiamo tollerare gli abusi sui minori, dobbiamo difendere i minori e punire severamente coloro che commettono gli abusi”.
La pedofilia è un reato orribile, e bene ha fatto il Papa a sottolineare che va punito “severamente”. Guardiamo come sarà accolto quel “severamente” dai milioni di buonisti sparsi per il nostro territorio che davanti a qualsiasi delitto sono sempre pronti a fornire giustificazioni a chi commette il reato e non alle vittime.
Guardiamo in quale considerazione sarà tenuto quel “severamente” dalla giustizia italiana che spesso non contempla pene severe per fatti gravissimi. I giudici applicano le leggi, se le leggi non funzionano devono essere i politici a cambiarle, ad adeguarle ai tempi sempre più violenti in cui viviamo. Perché la pedofilia è orribile: ma sono orribili anche gli stupri, i femminicidi, gli omicidi, le morti violente causate da rapinatori.
Già, i politici. Fra i pochi a sentire il dovere di intervenire duramente sulla vicenda è stato il leader della Lega Matteo Salvini che prima di tutto si è detto “non dispiaciuto” se è vero che il presunto assassino di Fortuna (già in carcere per una precedente accusa di violenza) è stato gonfiato di botte da altri detenuti venuti a conoscenza del gravissimo fatto. Salvini ha anche ricordato che da tempo la Lega ha presentato in parlamento una proposta che prevede la castrazione chimica dei pedofili, ma che non è mai stata presa in considerazione.
Già i politici. Sarebbe davvero opportuno se la tragedia capitata alla piccola Fortuna non si concludesse solo con un processo, una condanna, e le solite parole di circostanza. La tragedia di cui è rimasta vittima Fortuna, che aveva solo sei anni quando nel giugno del 2014 venne scaraventata giù dal terrazzo del palazzo di Caivano, ha acceso le luci su uno spaccato fatto di miserie soprattutto morali, fatto di violenze, stupri, prevaricazioni, ignominie di ogni tipo, omertà. E’ da tutto questo che la politica deve ripartire.
Già, l’omertà. A Caivano tantissimi sapevano quel che succedeva nel palazzo degli orrori e altrove (pare che siano stati accertati vari altri casi di pedofilia) ma nessuno parla. Nessuno sa nulla, nessuno denuncia, tutti fanno gli stupiti, intervistata da televisioni e giornalisti della carta stampata, la gente per la strada dice che qui va tutto bene, che nessuno si è mai accorto di nulla, che si tratterà di casi sporadici come succede in tutto il resto dell’Italia.
Ma la gente sa benissimo che non è così. La gente non parla, fa finta di non vedere cosa succede nella casa accanto, si volta dall’altra parte, fa i fatti suoi perché ha paura. Perché da queste parti, in tante parti del sud, vige la legge della violenza, della camorra, della ‘ndrangheta, della mafia.
E perché in tante zone sono in vigore queste leggi che niente hanno a che vedere con la legge della repubblica italiana? Perché lo Stato da quelle parti o non c’è o fa sentire la sua presenza in maniera molto limitata.
Già, la questione meridionale. Sarebbe davvero opportuno se lo Stato, che poi siamo tutti noi, cominciasse ad occuparsi seriamente e con costanza di ciò che succede da Roma in giù e non accendesse i riflettori su certe zone solo quando succedono drammi come quello di cui è rimasta vittima la piccola Fortuna.
Sarà possibile tutto questo o dovremo assistere impotenti al sacrificio di tanti altri bambini, di tanti altri ragazzi e ragazze, di tanti altri innocenti?