L'Italia sulla luna

Grillo, “Capitan Pizza”, Nogarin: il M5S è destinato ad implodere

Bisogna che i grillini, una volta per tutte, si chiariscano le idee e le chiariscano anche a quelli da cui si aspettano i voti: o Grillo è un comico che fa spettacoli a pagamento in giro per i palasport dell’Italia o è il “garante” (come lo ha definito Di Maio al “Corriere della Sera”) del Movimento 5 Stelle, quello che, dopo la scomparsa di Casaleggio, può decidere chi è nel solco grillino e chi no e per questo deve essere cacciato.

Perché se Grillo è il comico che (come fece sapere tempo fa) ha deciso di fare un passo di fianco e tornare a guadagnare euro col suo show, allora si può anche permettere in nome della satira (ma sarà così?) di fare battutacce sul nuovo sindaco di Londra. Se invece è un politico, leader di un Movimento piuttosto importante come quello a 5 Stelle, allora deve assolutamente chiedere scusa al primo cittadino londinese.

E’ successo l’altra sera durante uno spettacolo a Padova. Il Grillo comico prima ha plaudito al fatto che i londinesi avessero deciso di eleggere come sindaco Sadiq Khan, un “bangladesciano” (ha sottolineato) di religione musulmana. Poi aveva aggiunto: “Voglio poi vedere quando si fa saltare in aria a Westminster”.

Una battutaccia, in odore di razzismo, che ha fatto subito il giro del web, e che ha attirato sul comico-politico genovese una serie di critiche.  Ieri poi sono arrivate anche quelle durissime della stampa inglese che sottolineava la ruvidezza di quanto detto da Grillo a proposito di un cittadino britannico (come è Khan, essendo nato in Inghilterra) di origine pachistana (e non bangladesciana) e parlava di scandalo e indignazione sollevati nell’opinione pubblica da quelle parole.

Ma allora cos’è di questi tempi Grillo? Un comico o un politico? Oppure, un comico politico o un politico comico? E di più: in ogni caso, Grillo si può permettere una battutaccia del genere solo perché uno (al di là se sia sindaco o meno di Londra) è di religione musulmana? E si sarebbe azzardato a fare battute di quella pesantezza se il sindaco di Londra fosse stato di religione ebraica, se fosse stato buddista, se fosse stato induista, se fosse stato anglicano? Domande, semplici domande.

Una cosa comunque è certa che nel M5S c’è una grande confusione, aumentata a dismisura dopo la scomparsa di Casaleggio. Basta vedere il caso Pizzarotti, basta vedere il caso Nogarin, basta vedere come i grillini considerano gli avvisi di garanzia. Li considerano né più né meno come Cuperlo (della sinistra Dem) considera i  “no” al referendum sulle riforme che si svolgerà in autunno. Un “no”, il suo, quello di Cuperlo, che (sempre secondo Cuperlo) sarà ben diverso dal “no” annunciato da Casapound. Come dire, c’è no e no, non facciamo confusione.

Così per i grillini che si sentono autorizzati a fare dei bei distinguo fra l’avviso di garanzia ricevuto da Pizzarotti, sindaco di Parma, dall’avviso di garanzia ricevuto dal sindaco di Livorno Nogarin. Come dire, non confondiamo gli avvisi di garanzia. Pizzarotti va sospeso dal Movimento (forse perché si è sempre sentito un “autonomo” ed è sempre stato un po’ sulle scatole a Grillo che l’ha ribattezzato “Capitan Pizza”) mentre l’ortodosso Nogarin va protetto.

Così per i grillini, che fanno finta di ignorare che Virginia Raggi, rampante candidata sindaco a Roma, si sia dimenticata di specificare nel suo curriculum di aver fatto il praticantato di avvocato nello studio di Cesare Previti e di aver fatto parte del consiglio di amministrazione di una società vicina all’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno. Un cuore che batte a destra.

Così per i grillini per i quali, a parole, uno vale uno e le scelte le fanno via web. Tutto chiaro e tutto limpido. Solo che a Milano, come candidata sindaco era stata scelta su internet e presentata al mondo intero Patrizia Bedori, e poi, anche dopo molte apparizioni pubbliche, è stata praticamente costretta a fare un passo indietro perché forse (l’ha fatto intendere lei stessa) non rispondeva a requisiti estetici graditi a qualche capo. Requisiti ai quali sembra invece rispondere alla grande la candidata sindaco di Roma Virginia Raggi.

Siamo proprio sicuri che i grillini siano così diversi (come invece sostengono) da tanti altri politici che affollano le amate sponde? E siamo proprio sicuri che il movimento non sia sulla strada di implodere fragorosamente?

Ultima notizia. Grillo il 3 giugno dovrebbe essere a Roma, in piazza del Popolo, a chiudere la campagna elettorale di Virginia Raggi. Farà un comizio o uno show? Si dovrà pagare per le sue battute o saranno gratis?

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