L'Italia sulla luna

E da oggi solo tè verde non transitato dalla Brexit

Ho finito il tè verde e sono in un supermercato davanti allo scaffale. Tante le marche che parlano inglese, tè venduto “by appointment to her Majesty…”, insomma venduto su licenza della Regina.

Non ci penso su nemmeno un secondo. Da oggi solo tè equosolidale proveniente direttamente dall’India. Ma non sarà un sacrificio perché mi hanno assicurato che è buonissimo e poi volete mettere la soddisfazione di bere un tè che non è transitato dalla Brexit?

Nel mio infinitesimale piccolo, è questa la risposta che mi sento di dare alla decisione del 51,9 per cento degli elettori britannici di uscire dall’Europa. Una decisione che, ho letto, costerà un bel po’ di soldi alla nostra esportazione e che solo oggi ha bruciato in tutte le Borse del mondo (Milano è stata fra le peggiori) miliardi e miliardi di euro.

Noi italiani ed europei siamo indesiderati al di là della Manica? Bene, bisognerà far chiaramente capire agli inglesi che anche loro non ci sono così graditi.

Da oggi vedo Londra e dintorni con altri occhi: non più la grande capitale multiculturale, aperta ad ogni istanza, piena anche di italiani al lavoro: da oggi vedo una città tristissima, carissima, arrogante, supponente. Lo posso dire: non ho mai sopportato il suo clima, con quella pioggia che rende tutto umido, anche l’umore, non ho mai sopportato quel suo roast beef, i misteriosi pudding, l’agnello, la pizza quasi sempre terribile come quello che viene chiamato pomposamente espresso.

Non ho mai sopportato che, nonostante l’adesione all’Europa, gli inglesi abbiano sempre continuato a guidare tenendo la sinistra invece della destra come succede in tutto (o quasi) il resto del mondo. O, fregandosene altamente, abbiano continuato ad usare la sterlina, moneta solitaria in un oceano di euro.

E vogliamo forse parlare di moda? Degli abiti indossati dalle signore bene inglesi, di quei cappellini da circo portati con orgoglio da tante nobildonne?

Se ne sono andati? Bene, ce ne faremo una ragione. Io intanto chiudo la porta di casa al loro tè, a whiskey vari, a birre varie, a biscottini vari. Da oggi ognun per sé.

In tutto questo bailamme un solo, immenso dispiacere: per tutti quei soldati inglesi morti settanta anni fa per liberare l’Europa dal nazismo e dal fascismo. E tra l’altro, furono proprio loro, i soldati inglesi, insieme ai partigiani, a liberare la mia città, Firenze,  nell’agosto del 1944. Davvero incredibile, l’Europa, allora, era più unita di quanto lo sia oggi.

Ma così vanno le drammatiche vicende umane.

Ps. Impresa impossibile, ma lunedì sera al campionato europeo, dopo le sofferenze di Spagna – Italia, dovremo tutti insieme appassionatamente fare il tifo per i fratelli islandesi. Con chi giocano? Contro una squadretta vestita di bianco (o di rosso) con tre leoni cuciti sulla maglietta. Forza Islanda…

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