Prometto: andrò a fare la spesa al supermercato solo di domenica
Ebbene sì, lo confesso e soprattutto lo prometto: dopo quello che è successo all’amico Gianni Morandi che conosco da tanti anni andrò a fare la spesa al supermercato (qualunque esso sia) solo ed esclusivamente di domenica. E’ certo, certissimo. Il giorno è deciso, non di lunedì, non di giovedì, non si sabato. Solo di domenica. L’orario dovrò deciderlo di volta in volta, sarà flessibile, condizionato dall’ora in cui scenderà in campo la Fiorentina.
Qualcuno, un po’ distratto, si chiederà: ma cosa mai è successo a Gianni Morandi, persona perbene, piccolo grande eroe della nostra musica e della nostra canzone?
E’ successo semplicemente questo: che domenica scorsa come migliaia di altri italiani Morandi è andato con la moglie Anna a fare la spesa alla Conad di Bologna. Poi ha avuto l’idea di postare la foto con i sacchetti in mano.
Apriti cielo, non l’avesse mai fatto: il cantante, uno dei simboli che negli anni Sessanta hanno accompagnato il boom del nostro Paese e che ancora oggi ha un grandissimo successo, è stato massacrato da una moltitudine informe di quelli che Enrico Mentana (illuminato direttore de La7) tempo fa ha individuato come “webeti”. Gli attacchi erano del tono: ma come si permette Morandi di andare a fare la spesa di domenica, un insulto alla classe lavoratrice, ma non si rende conto di offendere col suo comportamento tutti quegli addetti che invece di essere a casa a godersi la domenica con la famiglia o la partita di pallone con gli amici sono costretti dietro un bancone o dietro una cassa?
Quella sorta di linciaggio internettiano è andato avanti per un bel po’, tanto da costringere Morandi a chiedere scusa e a promettere che non andrà mai più a fare la spesa di domenica.
L’allucinante dibattito è approdato anche sugli schermi della tv dove ad un certo punto mi sono imbattuto in un oscuro sindacalista della Cgil che ribadiva duramente che i lavoratori dei supermercati la domenica dovrebbero stare a casa a godersi la famiglia e non essere al lavoro. Lavoro oltretutto, diceva, che non viene retribuito con più soldi anche se svolto durante il giorno festivo.
Al lavoro di domenica, diceva ancora, dovrebbero esserci solo gli addetti ai servizi pubblici essenziali. Medici, infermieri, forze dell’ordine, ferrovieri, dipendenti dei trasporti.
Un intervento allucinante da cui si deduceva che di domenica dovrebbero stare a casa alcune centinaia di migliaia di lavoratori in linea di massima non “essenziali”.
Perché sono forse essenziali i fornai, sono forse essenziali i pasticceri, sono forse essenziali i baristi, sono essenziali i cuochi, sono forse essenziali i camerieri di trattorie e ristoranti, sono essenziali i bagnini, sono essenziali i tassisti se ci sono gli autobus, sono essenziali i cassieri dei cinema, sono essenziali i proiezionisti, sono essenziali gli attori dei teatri, sono essenziali i giocatori di calcio, di rugby, di pallavolo, di basket, sono forse essenziali i giornalisti, sono essenziali i giornalai, sono essenziali i poligrafici, sono essenziali i maestri di sci, gli addetti agli impianti di risalita, sono forse essenziali i cassieri dei musei, i custodi, le guide turistiche?
Si potrebbe andare avanti per centinaia di altri tipi di lavoro.
Ma tutto questo non importa all’oscuro sindacalista della Cgil: i lavoratori dei supermercati non essendo impiegati in servizi pubblici essenziali la domenica non dovrebbero essere al lavoro.
Allora, si capisce o no perché l’Italia è un Paese pieno di problemi? Si capisce o no perché il nostro Paese, se le cose continuano ad essere interpretate così, forse non riuscirà mai a mettersi in corsa con il resto del mondo? Si capisce o no perché da noi, su qualsiasi cosa, bisogna sempre ricominciare da zero?
E allora viene spontaneo un invito: caro Gianni Morandi (a proposito, in quale giorno chiedevi alla fidanzatina di farsi mandare dalla mamma a prendere il latte? Mica era domenica vero?) mi raccomando: continua a fare la spesa di domenica, ritira le scuse internettiane, sbattiti del “politicamente corretto” che in tanti casi è solamente una buffonata.
Fai come ho deciso di fare io: andare a fare la spesa solo di domenica prima che i proprietari dei supermercati, convinti (si scherza ovviamente) da quell’oscuro sindacalista, si decidano a tenere chiusi i negozi nei giorni di festa non senza aver prima licenziato migliaia di lavoratori non “essenziali”. Non essenziali, a casa davanti alla tv e senza più uno stipendio.