L'Italia sulla luna

Quell’accozzaglia di umori che si oppone al Sì

“Accozzaglia” e si fa presto a indignarsi. Tipo: ma come si permette quel Matteo Renzi di definire così tutti quelli che voteranno no alle riforme costituzionali, come si permette di definire in maniera spregiativa quelli che non la pensano come lui e lo dichiareranno al referendum del 4 dicembre?

E così via, col tono degli indignati speciali che si risentono solo per quello che dice il premier e non per tutte le offese (ben più pesanti) offerte dalla controparte.

Effettivamente a prima vista “accozzaglia” può sembrare un termine non troppo delicato (ma andate a leggere i vari significati del vocabolo) per definire oppositori politici e di pensiero.

Però, messa da parte per un attimo l’indignazione speciale, bisogna fare dei distinguo. E io ci provo.

Allora dal momento che (come ho già ripetuto infinite volte) il 4 dicembre darò il mio Sì convinto al progetto renziano di rinnovamento dell’Italia, mi corre l’obbligo di affermare che ho il massimo rispetto per tutti quelli (anche alcuni amici) che al referendum voteranno no. Voteranno no dopo aver letto, ascoltato, studiato, confrontato, sviscerato, meditato sulle modifiche ad alcuni articoli della Costituzione e non sono rimasti soddisfatti di quello che offre la premiata ditta Renzi. Punti di vista. Che non condivido ma che rispetto.

Ma come definireste tutti quelli che sono decisissimi a votare no perché:

Renzi è antipatico.

Renzi è arrogante.

Renzi ci ha rottamato.

Renzi non ci ha dato le poltroncine (internazionali, nazionali e locali ndr) che avevamo chiesto.

Renzi non va d’accordo coi sindacati.

Renzi rifiuta la concertazione (un giochino che può andare avanti all’infinito senza arrivare a nessun risultato ndr).

Renzi è riuscito là (le riforme votate in parlamento e ora sottoposte a referendum ndr) dove noi (rugose maschere della politica trapassata ndr) abbiamo fallito per anni e anni.

Renzi vuole andare a 100 mentre per noi del no la velocità giusta è zero, cioè l’assoluto immobilismo.

Renzi ci propone un futuro che potrebbe cambiare qualcosa nella nostra vita.

Renzi non sta a sentire nessuno (e soprattutto non sta a sentire i vecchi arnesi della politica che hanno portato l’Italia nella palude in cui si trova ormai da anni ndr).

Renzi vuol cambiare tutto (a dirlo, molti che non vogliono cambiare niente e ripetono in continuazione che questo Paese fa schifo ndr).

Renzi è troppo giovane per quel posto (per tanti illuminati a Palazzo Chigi bisogna arrivarci in andropausa ndr).

Renzi è andato a giocare alla “Ruota della fortuna”.

Renzi da giovane veniva chiamato il “bomba” (chissà come veniva chiamato D’Alema da giovane, ammesso che sia mai stato giovane, o come veniva chiamato Brunetta ndr).

Renzi è un pericolo per la Casta (se passa il Sì molte delle figurine della politica  notissime, note e meno note, potrebbero finalmente andare per sempre in pensione ndr).

Renzi è un ragazzo di campagna.

Renzi si veste da Scervino.

Renzi potrebbe decidere di far pagare le tasse agli evasori (e sarebbe davvero l’ora dopo anni e anni di vergognoso lassismo da parte di vergognosi governi ndr).

Renzi potrebbe decidere di inchiodare al lavoro quelli che ora timbrano il cartellino e poi se ne vanno in palestra o a pescare.

Renzi vuole abolire il Cnel (che costa un sacco di soldi e nessuno sa che cos’è ndr).

Renzi vuole modificare la Costituzione più bella del mondo (detto da gente che nulla sa dell’opera dei padri costituenti e non sa neppure quanti sono gli articoli della Carta ndr).

Giù giù, fino al perché più clamoroso di tutti:

Renzi può essere un pericolo per la democrazia.

Potrei continuare all’infinito  sul pensiero profondo (letto, ascoltato, discusso) di tanti fautori del no. Come li definireste questi leoni da bar, da divano e da tastiera? Io, senza offesa per nessuno, li definirei una vera e propria accozzaglia. Sbaglio?   

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