Ci hanno rubato il presente e anche il passato. Per il futuro basta un Sì
“Ci avete rubato il presente, non ci ruberete anche il futuro”. E’ una delle frasi più belle che abbia sentito durante questa campagna referendaria. L’ha detta qualche tempo fa Matteo Renzi, il premier delle riforme, durante un dibattito televisivo, rivolgendosi a Ciriaco De Mita, una delle figurine Panini della trapassata politica, che, a quasi novant’anni, era in studio a rappresentare incredibilmente le ragioni del no.
Una frase che mi è girata a lungo in testa, tanta era la sua forza, espressa da un presidente del Consiglio poco più che quarantenne. Il rinnovamento contro l’immobilismo, una speranza di futuro contro quello che ci ha lasciato in eredità (debito pubblico, un Paese in difficoltà) una vecchia classe politica incapace e preda di un sistema bloccato.
“Ci avete rubato il presente, non ci ruberete anche il futuro”. Già, ma a pensarci bene, i tanti signori della politica come De Mita, che per anni e anni hanno fatto in Italia tutto ciò che volevano (Dc, Pci, Psi, la sinistra radicale, non voglio lasciar fuori quasi nessuno) ci hanno rubato anche il passato.
In che senso? Nel senso che se ti giri indietro e dai un’occhiata, vedi solo un Paese costellato di macerie morali e materiali. Un’Italia devastata da ignobili lotte di tutti i tipi.
Pensateci un attimo, cari lettori di una certa età come me, e ditemi se non è vero. Ricordo il tempo felice degli anni Sessanta, con la rinascita dell’Italia dopo la guerra e il boom economico.
Poi sul finire del decennio (dicembre ‘69) con l’attentato alla Banca dell’Agricoltura di Milano l’inizio di un terrore che avrebbe segnato le nostre vite per anni e anni.
In ordine sparso le vigliaccate più clamorose che riaffiorano alla mente: l’attentato di piazza della Loggia, l’attentato al treno Italicus, la strage alla stazione di Bologna, l’aereo abbattuto a Ustica, la mafia e le Brigate Rosse che, fra politici, magistrati, giornalisti e tante altre brave persone, quasi facevano un morto al giorno.
E ancora la strage di via Fani, il rapimento di Aldo Moro, la prigionia durata 55 giorni e l’esecuzione a freddo col corpo adagiato in una R4, lasciato in via Caetani a Roma, a poca distanza dalla sede della DC e da quella del Pci. L’omicidio del generale Dalla Chiesa mandato a fare il prefetto a Palermo senza scorta, gli omicidi dei giudici Falcone e Borsellino e delle loro scorte, la strage a Firenze di via dei Georgofili, la nascita delle nuove Brigate rosse. Senza poi tener conto di vari e maldestri tentativi di colpi di Stato.
Per quanto potrei andare avanti? Per parecchio ancora. E mi scuso per tutti gli altri atti di violenza che non vengono qui citati.
Se ci pensate bene, esiste in Europa o in altre nazioni altrettanto avanzate un Paese che abbia sofferto come il nostro? Esiste un altro Paese dove uscivi la mattina per andare al lavoro e non sapevi se tornavi a casa la sera? Esiste? E una grande responsabilità di tutto questo non era forse della politica che continuava a dividersi perfino sul terrorismo e non riusciva a rimettere a posto le cose? Su una cosa Dc e Pci si sono trovati d’accordo: su quella vergognosa linea della fermezza che decretò la fine terribile di Moro.
E allora, destra, sinistra, centro, non ci hanno forse rubato anche il passato?
Un passato in cui Matteo Renzi o non era ancora nato o andava a scuola e faceva lo scout. Un tragico passato che certo non gli può essere addebitato come invece si può fare nei confronti di tanti vecchi arnesi della politica tornati di recente alla ribalta perché assertori del no e del fatto che tutto debba rimanere così com’è.
Per tutto questo il 4 dicembre voterò convintamente Sì. Ci hanno rubato il passato, ci hanno rubato il presente, non riusciranno a rubarci il futuro.
