L'Italia sulla luna

Il diritto alla privacy di un tortellino in brodo

Come ogni primo dell’anno, a pranzo, secondo una tradizione di casa, mangio tortellini in brodo di cappone. Ma quest’anno senza allegria, come cantava l’immenso Lucio Dalla. Senza allegria e qualche pensiero.

Il primo e definitivo: ma si può continuare a vivere in un Paese come questo?

Sì perché mentre mando giù brodo e tortellini, mi ritorna prepotentemente in mente una notizia letta proprio alla vigilia di Capodanno sull’Adnkronos, eminente agenzia di stampa nazionale.

Eccola: “Sospese due attività commerciali - una in provincia di Bologna e una in provincia di Ravenna – e sequestrate 17 tonnellate di impasti di carne e formaggio per pasta ripiena e tortellini per un valore di circa 400 mila euro. E’ il risultato di un’operazione dei carabinieri del Nas di Bologna che hanno chiuso anche una struttura abusiva adibita a depositi alimentari, del valore di circa 100 mila euro. I militari hanno ispezionato 71 aziende alimentari nelle province di Bologna, Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini, riscontrando irregolarità anche gravi in 15 aziende.

Nella provincia di Bologna inoltre presso una ditta attiva nella produzione di pane per usi industriali, sono state sequestrate una tonnellata di farine e lieviti con scadenza superata anche da molto tempo e 7 tonnellate di pane e prodotti da forno appena realizzati con le materie prime scadute. I controlli hanno portato alla denuncia di 6 imprenditori del settore alimentare per le gravi carenze riscontrate e 17 sanzioni amministrative per un importo complessivo di 23.500 euro”.

Fine della notizia. E provo sgomento mentre guardo il tortellino che mi sta davanti in attesa di essere mangiato.

Ma i nomi, i nomi? Dove sono i nomi di chi ha preparato (e si preparava a vendere) 17 tonnellate (17 tonnellate, avete presente, cioè 17.000 chili) di roba per tortellini e pasta ripiena che sono state sequestrate? Quelle 17 tonnellate erano pericolose per la salute o no e in quali tortellini o in quale altra pasta ripiena sarebbero finite quelle 17 tonnellate di impasto sequestrate? Dove sono i nomi delle ditte che avrebbero usufruito di quelle 17 tonnellate? E quali pani e quali prodotti da forno sarebbero stati confezionati con le materie prime scadute? E chi sono i sei imprenditori del settore alimentare denunciati per le gravi carenze riscontrate?

Forza, fuori i nomi, fuori i nomi di denunciati e aziende. Ma inutile chiedere. I nomi non possono essere fatti dalle autorità competenti per una demenziale legge sulla privacy che ne impedisce la diffusione. Una legge che, senza forse, andrebbe perlomeno rivista.

Ma si può vivere in un Paese dove non puoi sapere se un tortellino è stato confezionato con materie prime a norma o fa parte di una partita avariata? Si può vivere in un Paese dove non puoi sapere se il pane che stai comprando è a norma o no?

“Ma mangia quel tortellino e non rompere” mi dicono. Certo, cosa volete che sia un tortellino più o meno buono (quelle 17 tonnellate di impasto sequestrate erano le prime, le seconde, le terze? I carabinieri del Nas erano intervenuti in tempo o precedenti tonnellate di impasto erano già finite in tortellini in giro per la penisola? Chi lo sa).

Certo che volete che sia un (sospetto) tortellino in brodo di fronte agli oltre cento miliardi di euro evasi ogni anno da una bella fetta di popolo italiano, cosa volete che sia un tortellino davanti ai novantacinque miliardi di euro spesi nel 2016 dagli italiani in slot machine e giochi vari?

Cosa volete che sia un tortellino in un Paese dove la maggioranza degli elettori ha votato contro ogni ipotesi di cambiamento e rinnovamento? Ha votato per l’intangibilità di un Paese che, a parole di tantissimi fa schifo, ma nel quale poi milioni e milioni di furbetti sguazzano proprio bene.   

 

comments powered by Disqus