I miei auguri di Pasqua? Alla famiglia di Aldo Moro
“Mia carissima Noretta, desidero farti giungere nel giorno di Pasqua, a te ed a tutti, gli auguri più fervidi e affettuosi con tanta tenerezza per la famiglia ed il piccolo in particolare. Ricordami ad Anna che avrei dovuto vedere oggi. Prego Agnese, di farti compagnia la notte. Io discretamente, bene alimentato ed assistito con premura. Vi benedico, invio tante cose care a tutti e un forte abbraccio”.
Aldo.
La lettera scritta da Aldo Moro, prigioniero delle Brigate Rosse, il 26 marzo 1978 (giorno di Pasqua), alla famiglia in pena per la sua sorte.
Moro, presidente della Democrazia Cristiana, era stato rapito dalle Brigate Rosse il 16 marzo in seguito all’agguato in via Fani a Roma.
Dopo 55 giorni di prigionia sarà ucciso dalle Brigate Rosse il 9 maggio, giorno del ritrovamento del cadavere in via Caetani, a Roma. Condannato a morte dalla linea intransigente della non trattativa sostenuta dalla Dc (con in testa Giulio Andreotti) e dal Pci (con in testa Enrico Berlinguer). Unici a voler trattare per salvare la vita dell’ostaggio, i socialisti di Bettino Craxi.
I miei auguri di Pasqua e di pace vanno prima di tutto alla famiglia Moro che non so come abbia fatto a resistere a tanto dolore, poi a tutti gli amici che hanno la pazienza di leggermi.
Mi auguro che un giorno possa essere fatta piena luce su quella tragedia italiana che presenta ancora mille lati oscuri. Mi auguro che i governanti italiani possano avere la forza di farlo, mi auguro che Papa Francesco possa avere un pensiero pubblico per Aldo Moro.