Dopo Prandelli, ora stringiamoci tutti intorno al Ct Monti
E’ stato bellissimo assistere alla standing ovation che i giornalisti di mezzo mondo hanno riservato a Cesare Prandelli quando a Cracovia, poche ore fa, è entrato in sala stampa per l’ultimo incontro coi media.
Un Ct della Nazionale sonoramente applaudito nonostante il terribile quattro a zero con cui la Spagna si è aggiudicata questo campionato europeo di calcio, è una notizia che deve veramente far riflettere.
Perché vuol dire che qualcosa è cambiato nella mente degli italiani, perché vuol dire che Prandelli con la sua serietà, la sua preparazione e soprattutto la sua serenità è riuscito là dove altri avevano fallito.
Prandelli è riuscito a ricreare simpatia intorno a questa Nazionale spesso e volentieri bistrattata, è riuscito a darle un gioco che in certe partite (Inghilterra e soprattutto Germania) ha entusiasmato milioni di tifosi, è riuscito a smorzare polemiche e a tenere sotto controllo ogni possibile incidente di percorso che può capitare in qualsiasi momento in una avventura lunga e estenuante come è un campionato europeo di calcio.
E’ riuscito, in definitiva, a ricompattare gli italiani intorno alla loro Nazionale di calcio. Gli uomini di Prandelli, il condottiero, hanno giocato con bravura, intelligenza, cuore e coraggio. Può succedere di vincere, ma anche di perdere come è avvenuto domenica sera. Niente però deve oscurare tutto ciò che è stato fatto fino a quel momento.
Bellissima anche la dichiarazione del Ct, che ammiro fin da quando allenava la Fiorentina, quando ha spiegato la scelta (un po’ messa in discussione per lo stato di affaticamento di alcuni giocatori) dell’ultima formazione. Ha detto: “Avrei dovuto cambiare qualcuno, ma avrei mancato di rispetto a chi ci aveva portato fino alla finale”.
E in questa dichiarazione c’è tutta la filosofia del gentiluomo Prandelli.
Detto questo, vorrei aggiungere che mi piacerebbe molto se gli italiani che in questi giorni (e sono sicuro che lo faranno anche in seguito) si sono stretti intorno a Prandelli e alla Nazionale di calcio, si stringessero anche intorno a Mario Monti, il premier che dal novembre scorso opera per portare l’Italia fuori dalla terribile crisi economica che ci tartassa, fuori da quel baratro in cui il Paese era precipitato grazie all’inettitudine di alcuni allegri governi precedenti.
Il premier Monti, soprattutto dopo il personale successo ottenuto al vertice europeo di Bruxelles dove è riuscito ad imporre la sua linea di difesa e di sviluppo, oggi gode di un po’ più di fiducia e di stima da parte di moltissimi.
Però non basta: bisognerebbe che davvero tutti gli italiani indistintamente si stringessero intorno a lui e al suo governo così come si sono stretti intorno a Prandelli, a Pirlo, a Balotelli.
Solo così, veramente, si potrebbe tornare a vedere la luce in fondo al tunnel della crisi.
Certo, i sacrifici che Monti chiede agli italiani sono ben diversi da quelli profusi nel sostegno alla Nazionale. Ma gli italiani anche nei confronti della crisi da combattere dovrebbero identificarsi in quei gladiatori come Chiellini, De Rossi, Buffon, Pirlo, Cassano che pur soffrendo hanno combattuto fino in fondo.
Ecco gli italiani se si compatteranno, se torneranno a sentirsi un popolo, se riusciranno a sentirsi protagonisti di una nazione tra le più belle al mondo e (per le bellezze naturali e artistiche che ha) tra le più fortunate non dovrebbero fare fatica a superare questo periodo buio.
A remare dalla stessa parte, dovrebbero essere però tutti gli italiani indistintamente: compresi quei politici intrallazzoni, i cosiddetti furbetti del quartierino, i delinquenti che evadono le tasse, i finti invalidi che sfruttano lo stato (cioè noi tutti) con malattie inesistenti, tutti quelli che per principio non emettono scontrini. E via discorrendo.
Per tutti questi dovrebbe essere un imperativo categorico imboccare una strada virtuosa. Se non lo fosse dovrebbe essere lo Stato a convincerli con le buone e soprattutto con le cattive a cambiare atteggiamento nei confronti del resto della società.
Insomma, se vogliamo che la crisi possa diventare solo un brutto ricordo, penso che gli italiani, rifiutando sirene che promettono (promettevano) il bengodi per tutti, oltre che a Prandelli dovrebbero stringersi intorno al premier Mario Monti, il Ct del governo tecnico chiamato a giocare una partita davvero impegnativa. Stringersi intorno a lui per il bene di tutti noi, per preparare un futuro a figli e nipoti.