Sul taglio delle pensioni il governo sfiora il ridicolo. Cosa aspetta Renzi a fare chiarezza?
Dispiace dirlo (tanto più che mi sono sempre dichiarato un fan di Renzi e della sua voglia di rinnovamento). Dispiace dirlo, ma sulla vicenda del taglio delle pensioni il governo sta sfiorando davvero il ridicolo. E secondo me il Premier dovrebbe intervenire sulla vicenda quanto prima e non solo con tweet. E dovrebbe cominciare seriamente a pensare a mandare a casa incapaci e gente in cerca di protagonismo. Gente che non fa che creare allarmismo e (sempre secondo me) sabotare in parte la fiducia che tanti elettori hanno affidato al giovane premier.
Sì perché a complicare ulteriormente la storia delle pensioni da tagliare (una storia già abbastanza complicate e che da alcuni giorni occupa intere paginate di giornali) ecco che nelle ultime ore ci si è messo anche il sottosegretario all’economia Pier Paolo Baretta.
Ma per i distratti riassumiamo in breve la questione che rischia davvero di creare una confusione incredibile e di far perdere tanti consensi al Pd.
Il 17 agosto, alla ripresa delle pubblicazioni dopo la pausa di Ferragosto, sul “Corriere della Sera” esce un’intervista al ministro del Lavoro Giuliano Poletti. Intervista in cui il ministro ipotizza, per far cassa, per mettere insieme qualche milione di euro di cui lo Stato ha assoluto bisogno, un taglio non solo alle pensioni d’oro, ma anche a quelle d’argento, di bronzo e perfino di latta. Poletti dice infatti che basta abbassare l’asticella degli obbiettivi da colpire perché lo Stato incassi di più.
Le parole dell’ineffabile Poletti suscitano un vespaio di reazioni e critiche. Da parte di Forza Italia e del Nuove Contro Destra, da parte di alcuni sindacati (Cisl e Ugl) da parte di un’infinità di pensionati. Tanti illustri commentatori su giornali, televisioni e internet, si schierano contro il ventilato provvedimento considerandolo un vergognoso tradimento del patto stipulato negli anni fra Stato e cittadino.
Il ministro Poletti dopo la bufera sollevata con le sue parole (parole in libertà o concordate? E se concordate, con chi?) tace. Forse è in vacanza da qualche parte a godersi il suo nero momento di notorietà.
In vacanza (e meritata poveretto a giudicare da tutte le energie spese in questi sei mesi di governo) c’è anche il premier Renzi. E’ in Versilia e per un po’ tace anche lui.
Poi il 19 mattina, forse colpito dalla polemica che infuria dappertutto, decide di riapparire con un tweet (“I giornali d’agosto sono pieni di progetti segreti del governo. Talmente segreti che non li conosce nemmeno il governo. #nonesiste#maddeche”). Ne invia in seguito altri due in cui specifica quali saranno gli argomenti di cui si occuperà il consiglio dei ministri di fine agosto, e fra gli argomenti la parola pensioni non appare.
Tutti leggono quel tweet iniziale e gli altri due come una smentita (anche se non diretta) al progetto presentato da Poletti, il quale continua anche nelle ore seguenti a tenere un rigoroso silenzio. Che pensi, sempre in silenzio, a delle possibili dimissioni? Chissà.
Così si arriva a stamani, 21 agosto, quando dopo la bufera sollevata da Poletti, appare questa volta su “La Stampa” un’intervista al sottosegretario all’economia Pier Paolo Baretta.
Baretta, sindacalista di lungo corso (Cisl), approdato alla Camera nelle file del Pd nel 2008 e sottosegretario prima nel governo Letta e ora in quello di Renzi, nell’intervista non chiude la porta all’idea di un intervento sulle pensioni d’oro, un intervento con il quale, dice, si potrebbero trovare le risorse per “introdurre maggiore flessibilità per chi vuole andare in pensione anticipatamente”. Ma c’è di più: perché Baretta si sbilancia anche sull’altezza della famosa asticella evocata dal ministro Poletti. E dice che oltre il 3.500 euro netti “siamo già nel novero dei redditi più alti che medi”.
Insomma Baretta, dopo tutto il polverone sollevato da Poletti, dopo i tweet fatti da Renzi, ecco che ribadisce l’idea di tagliare anche quelle pensioni che non sono d’oro e che in tanti casi, in tante famiglie, possono essere considerate veri e proprio ammortizzatori sociali.
Ma non è finita. Volete sapere la cosa più clamorosa? Ebbene poche ore l’uscita dell’intervista su “La Stampa”, il sottosegretario Baretta interviene su Radiouno alla mitica “Radio anch’io”. E alla domanda sul ventilato taglio alle pensioni espresso nell’intervista, Baretta ritratta. Sapete cosa risponde l’ineffabile sottosegretario all’economia? Che si tratta solo di “ipotesi personali”. Da non credere.
Insomma, su questa vicenda il governo sta veramente sfiorando il ridicolo e c’è qualcuno, forse malato di protagonismo, che sta giocando sulla pelle di milioni di italiani (pensionati e familiari). Secondo voi Renzi dovrebbe intervenire in maniera perentoria o no?