Pensioni e acqua calda: il progetto del professor Boeri
E’ davvero disarmante assistere a certe performances di vari professori universitari che decidono di cimentarsi nella gestione della cosa pubblica. La gente, tanta tanta gente, ha ancora davanti agli occhi tutti i drammi procurati a migliaia di persone dalla professoressa Fornero quando era ministro del Lavoro (la vicenda degli esodati entrata di diritto nella storia della società italiana non è stata ancora risolta) ed ecco che si presenta alla ribalta delle cronache e dei tg (una ribalta che forse certuni amano più del lavoro che fanno) un altro professore che sembra avere tanto da insegnare all’inclita platea italiana: Tito Boeri, economista, laureato alla Bocconi, tanti incarichi di prestigio, collaborazioni varie, dal dicembre dell’anno scorso presidente dell’Inps, l’istituto nazionale della previdenza.
Ebbene, in questo annetto circa, che cosa ha pensato bene il professor Boeri? Che, udite udite, per dare ai poveri bisogna togliere ai ricchi. Sì perché ha presentato una proposta al governo proprio in questa direzione, in pieno stile Robin Hood.
Un mitico piano contro la povertà pensato dall’Istituto consiste infatti in questo: prevedere un reddito minimo di 500 euro per gli over 55 che non riescono a ritrovare collocazione nel mondo del lavoro grazie a prelievi da 250 mila pensioni d’oro e da 4 mila vitalizi per cariche elettive.
Ora, a parte il fatto che ci vuole coraggio a definire d’oro pensioni che possono essere di duemila euro lordi al mese, occorreva un professore laureato alla Bocconi per studiare un progetto del genere? Per scoprire l’acqua calda, per prevedere di togliere ai ricchi (o presunti tali) per dare ai poveri non poteva essere sufficiente l’addetto alla portineria della stessa università?
Ma si sa, così è tutto più facile avranno pensato all’Inps. I pensionati li abbiamo tutti sottomano, tutti schedati ben benino, basta fare un taglietto e zac abbiamo risolto il problema della povertà degli over 55. Tanto poi, avranno pensato ancora all’Inps, chi va a difendere i pensionati che percepiscono un assegno un po’ più consistente di quello di altri pensionati? Nessuno. Hanno sì alle spalle qualche associazione, qualche sindacato, ma robetta. Non hanno un partito alle spalle, non hanno voci potenti in parlamento.
Ma ripeto: occorreva un esperto di economia per partorire un’idea del genere, un’idea da rivoluzione russa?
E’ impensabile, secondo me, che non ci sia da parte di nessuno la volontà di impegnarsi in qualcosa di diverso per aiutare anche chi sta peggio. Da colpire sono sempre i pensionati e i dipendenti a reddito fisso. Quelli che non possono difendersi o respingere gli attacchi.
Ma ci fosse qualcuno (anche senza essere laureato alla Bocconi) che indicasse un sistema per recuperare quella annuale montagna di euro che corrisponde all’evasione fiscale, ci fosse qualcuno che mettesse (per il futuro, non certo contravvenendo ai patti siglati in passato) un tetto credibile agli stipendi dei manager pubblici, ci fosse qualcuno che proponesse un tetto agli stipendi (sempre per il futuro ovviamente) dei parlamentari, dei consiglieri e degli assessori regionali e dei governatori che guadagnano più del premier Renzi.
Ci fosse qualcuno che andasse a ridiscutere gli stipendi di dirigenti e funzionari di Camera, Senato, Regioni, Comuni. Ci fosse qualcuno che studiasse il sistema per far pagare qualcosa all’allegro Stato del Vaticano che annovera prelati che si approfittano anche delle elemosine dei fedeli. Ma vogliano scherzare? Fare delle cose del genere potrebbe sollevare troppo polverone, potrebbe andare a toccare troppi interessi, potrebbe essere non politicamente corretto, meglio fermarsi a scoprire l’acqua calda dei pensionati.
Bisogna anche dire che con una tempestività degna di nota, sulla proposta di Boeri è intervenuto il ministero del Lavoro che dopo aver definito il progetto messo a punto dal presidente dell’Inps “un contributo utile al dibattito” precisa che “al momento si è deciso di rinviare perché contiene misure che mettono le mani nel portafoglio a milioni di pensionati con costi sociali non indifferenti e non equi”.
E così il professor Boeri, paladino del togliere ai ricchi per dare ai poveri, è stato rimandato alla prossima sessione di esami.