L'Italia sulla luna

Il massacro di Parigi e quei vergognosi, insopportabili “dopo”

“Bene, ne riparliamo subito dopo la pubblicità”. Eh sì, i talk show si sono impossessati del massacro avvenuto venerdì sera a Parigi, e non lo mollano. Miliardi di parole si diffondono nell’etere, interrotte solo da altre parole e altre immagini che magnificano le virtù di un prodotto. Poi si può ricominciare.

E si ricomincia, ognuno con la propria spiegazione, ognuno con la propria teoria, ognuno col suo bagaglio di storia, di politica, di strategia, di saggezza, di preparazione, di irriverenza, ognuno con la propria effimera formula vincente per battere il terrorismo islamico che ha seminato la morte nella Ville Lumière.

Cerco di seguire tutto ciò che viene sciorinato come un fiume in piena sullo spettatore: sciiti, sunniti, Assad, Siria, Iraq, Libia, Egitto, Sinai, le colpe dell’Occidente, le banlieue parigine, i quartieri periferici di Bruxelles, gli islamici moderati e quelli fuori di testa, quelli che vogliono la pace e quelli che vogliono provocare una nuova guerra di religione, imam che predicano la convivenza e quelli che inneggiano alla jihad. E poi ancora: aveva ragione Oriana Fallaci a metterci in guardia contro il mondo islamico o aveva ragione Tiziano Terzani?  Tutto molto interessante ma anche tutto molto saputo e risaputo.

Conosciuto dai tempi del tragico 11 settembre (2001) quando terroristi musulmani in aeroplano abbatterono le Torri Gemelle a New York, seminarono altre morti negli Usa e gettarono il mondo nello sgomento e nella confusione. Poi un massacro dopo l’altro: Madrid, Londra, a Parigi all’inizio dell’anno, poi in Tunisia, in Sinai, ancora a Parigi, tanto per ricordare gli attentati più clamorosi. Una scia di sangue e di terrore che non si sa quando potrà fermarsi.

Fra tante riflessioni anche interessanti, varie domande altrettanto interessanti. Quella che mi fa più innervosire, è la madre di tutte le domande: chi finanzia l’Isis, chi tiene in vita il sedicente Stato Islamico che per andare avanti, per arruolare migliaia e migliaia di combattenti, per comprare armi, mezzi e anche cibo ha bisogno di milioni di euro al giorno? E le risposte sono le più disparate. Ma domande e risposte sono sempre in ritardo, sempre fatte dopo un attentato, sempre fatte nei giorni a seguire un attacco in puro stile guerriglia come quello a cui abbiamo assistito pochi giorni fa.

Uomini pronti a farsi saltare in aria, mezzi, basi logistiche, armi, proiettili, appartamenti, nascondigli, automobili, passaporti falsi… C’è di tutto in questa guerra dell’Isis contro l’Occidente. E chi paga tutto questo? Una domanda alla quale i grandi della Terra che si riuniscono in continuazione nei loro G20 non sanno o non possono dare una risposta.

E allora siamo qui a seguire i talk show, a commuoverci sulla fine di quei poveretti massacrati mentre erano tranquilli seduti a un ristorante, in un teatro ad ascoltare musica. Siamo qui in attesa di risposte e siamo qui con la voglia di porre tante domande, dalle più impegnative a quelle più banali.

Può l’Europa pensare oggettivamente di poter ospitare e dare lavoro a tutti i migranti che intendono lasciare le loro terre d’origine e oltrepassare i nostri confini? E’ riscontrabile in  qualche maniera la conclusione a cui sono arrivati alcuni studi secondo i quali almeno il 2% dei migranti che entrano in Europa sono dei delinquenti? Fate un po’ il conto e poi ditemi. E’ possibile mai che solo per il fatto che uno arrivi dalla Siria possa godere dello stato di rifugiato (come sembra che sia successo con uno dei terroristi che hanno operato al teatro Bataclan)?

E’ possibile mai che lo stato di allerta venga elevato  dai ministri degli Interni sempre “dopo”? E’ possibile che le perquisizioni in casa di sospetti vengano sempre eseguite “dopo”? E’ possibile che si annunci sempre “dopo” che le moschee dove si predica violenza saranno chiuse e gli imam saranno rispediti a destinazione? E’ possibile che arsenali di armi nascoste vengano scovati sempre “dopo”?

E poi ancora più banalmente: è mai possibile che ci si accorga sempre “dopo” che un piccolo criminale con sulle spalle già otto condanne non abbia mai fatto un giorno di galera? E che, senza arte né parte, possa girovagare tranquillamente fra Algeria e Siria per poi tornare nella natia Francia col diploma di terrorista? E’ possibile mai che ci si accorga sempre “dopo” che molti simpatizzanti dell’Isis possano andare tranquillamente in Siria , addestrarsi un po’ all’uso delle armi, e poi far felicemente ritorno in patria?

Eh sì, gli errori dell’Occidente, ma direi soprattutto dell’Europa con Francia e Italia in testa, sono tanti e gravi. Prima di tutto quello di aver permesso a tanti, sia locali che migranti, di non rispettare né regole né leggi. Ne vogliano riparlare dopo la pubblicità e prima di un prossimo attentato?   

 

comments powered by Disqus