Unioni civili, è anche questione di numeri. Ecco perché la legge si farà
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Cronaca
Unioni civili e adozioni, cattolici contro laici,famiglie tradizionali contro famiglie non tradizionali,Chiesa (o almeno i vescovi) contro Stato, oscurantisti contro progressisti, gente che vuole alzare barricate contro ogni innovazione nella societa' contro gente pronta ad accettare il nuovo.
In questi giorni ho letto di tutto e di piu'. Con attenzione e interesse. Interventi volgari come quello di quel prete che ha ricordato alla senatrice Cirinna' (che da' il nome al ddl sulle unioni) che arrivera' anche il giorno del suo funerale e autorevoli dissertazioni su virtu' e vizi della democrazia liberale.
Quello che non ho letto (o che mi e' colpevolmente sfuggito) e' il motivo vero che ha fatto approdare in senato il disegno di legge che regolamentera' le unioni di fatto anche tra due persone dello stesso sesso, e la possibilita' da parte di queste coppie di adottare un bambino che sia figlio naturale del partner.
E allora, al di la' di tante discussioni e di tanti anatemi,qual e' il vero (secondo me) motivo che portera' ad approvare in senato il ddl Cirinna'? Secondo me e' uno e uno solo e anche molto semplice: che lo vuole una parte sempre piu' consistente della societa', una parte cosi' consistente che lo Stato, la politica, il parlamento non possono piu' continuare ad ignorare. Un esercito enorme di persone che direttamente o indirettamente hanno a che fare con l'omosessualita', maschile o femminile che sia.
Quanti sono i gay, le lesbiche, i bisessuali in Italia? Impossibile saperlo.
Con le statistiche (a meno che non me ne siano sfuggite di piu' recenti) siamo ancora al famoso "Rapporto Kinsey" di tanti anni fa in cui, alla luce di vari studi, si sosteneva che gli omosessuali potevano rappresentare il 5% della popolazione mondiale.
Ed allora prendiamo come punto di riferimento quel 5% e facciamo un po' di conti, premettendo che la matematica non e' il mio forte.
Lasciando da una parte i minorenni, prendiamo come unita' di misura i maggiorenni che possono equivalere agli elettori.
Gli elettori nel nostro Paese sono 47 milioni e passa. Il 5% di 47 milioni e passa fa quasi due milioni e mezzo. E secondo voi intorno ad una coppia di omosessuali che vivono la loro vita frequentando altra gente, al lavoro, andando a cena, al cinema, a teatro, in vacanza ci saranno per lo meno dieci persone (tra familiari, amici, conoscenti, colleghi) che rispettano la loro situazione e fanno il tipo perche' vengano riconosciuti i loro diritti e sopratuttto quello di essere considerati cittadini come tutti gli altri?
Quindi se i conti sono piu' o meno giusti ci sono oltre venti milioni di elettori che sono pronti a condividere le linee portanti del ddl della senatrice Cirinna'.
E quindi ecco perche' il parlamento non puo' ignorare il fenomeno delle unioni civili tra persone dello stesso sesso. E' anche una questione di numeri non solo di sensibilita' politiche piu' o meno avanzate.
E poi, chiediamocelo sul serio, sara' proprio vero che gay e lesbiche rappresentano solo il 5% della popolazione italiana?
Secondo me oggi quella percentuale non e' credibile. Sono molti, molti di piu'. E dietro ad ogni personaggio pubblico che fa "coming out" c'e' un'infinita' di persone che giorno dopo giorno, dopo anni di ghettizzazione e di vergogne, prendono coraggio e si dichiarano.
Navigando su Facebook non tanti giorni fa (ma molto prima delle piazze Arcobaleno e del Family day, per dire che non era uno spot) mi sono imbattuto nella dichiarazione di un ragazzo che tranquillamente scriveva: "Stamani ho confessato ai miei genitori di essere gay. Loro mi hanno risposto: 'Speriamo che tu sia felice'". Mi sono imbattuto anche nella dichiarazione di una ragazza: "Vivo una relazione aperta con" e seguiva il nome di un'altra ragazza.
E allora puo' lo Stato, puo' il parlamento, puo' la politica, possiamo tutti noi ignorare questa nuova forma di societa' che in continuazione si appalesa davanti ai nostri occhi?