Avviso agli orfanelli: il futuro del Pd non può che essere senza D’Alema e Bersani
E’ incredibile (e insopportabile almeno per me) ascoltare un giorno sì e l’altro pure personaggi (o figurine) del Pd che si augurano per il futuro una possibile ricomposizione con gli scissionisti in nome di una vagheggiata (e, secondo i più, ormai impossibile) unità.
Ma gli inconsolabili orfani di D’Alema, di Bersani, di Speranza e di altri gregari che, dopo essere usciti dal Partito Democratico hanno fondato un partitucolo che, tanto per ricercare la semplicità, è stato chiamato “Articolo 1, movimento democratico e progressista”, si rendono conto di cosa hanno fatto questi “reduci” nei mille giorni di governo di Renzi?
Hanno ostacolato in ogni modo il loro segretario eletto democraticamente, lo hanno messo continuamente in difficoltà, lo hanno quotidianamente attaccato su giornali e tv con parole ben diverse da una semplice critica. E in dirittura d’arrivo, pronunciandosi per il No, hanno addirittura contribuito a far perdere al presidente del Consiglio (nonché loro segretario) la sfida del referendum costituzionale.
Cari orfanelli dalemiani e bersaniani, non scherziamo su queste cose e sul futuro del Pd: gli scissionisti devono restare nell’angoletto politico in cui hanno deciso di cacciarsi. In un angolo dal quale non sarà per niente facile uscire per poter tornare in parlamento. Perché visto il numero esorbitante di partitini che affollano la sinistra-sinistra, quella che ancora va su un palco qualsiasi a cantare “Bandiera rossa”, conquistare voti sarà proprio un’ardua impresa.