Il Pd di Renzi “è” il centrosinistra. Pisapia si può mettere tranquillo
La stra-vittoria di Renzi alle primarie del Pd di domenica scorsa deve aver dato alla testa (Flaiano insegna) ai suoi avversari più irriducibili: i grillini in primis, gli scissionisti, i competitor interni, vari altri soggetti sparsi qua e là che non lasciano passare ora o giorno senza attaccarlo nella maniera più sguaiata.
Ma evidentemente quella vittoria ha fatto effetto anche su una persona equilibrata come Giuliano Pisapia. L’ex sindaco arancione di Milano e ora leader di “Campo progressista”, movimento che si propone di riunire tutta le anime (morte?) della sinistra radicale si è lasciato andare ad un aut-aut che si scontra con la sua nota intelligenza.
Di fronte all’ipotesi di Renzi di un listone del Pd per le future politiche (listone da cui sarebbero esclusi gli scissionisti) l’ex sindaco in un’intervista al “Corriere” ha replicato: “Non entrerò in un listone di un partito unico e tanto meno del Pd e non sono accettabili veti né su D’Alema né su Bersani”. E come se non bastasse ha aggiunto: “Io voglio riformare il centrosinistra unito come era l’Ulivo. Se questo non è possibile allora faremo un centrosinistra alternativo fuori dal Pd”.
Ora mi sembra impossibile che ad una mente lucida come quella di Pisapia possa sfuggire un particolare tanto evidente: Renzi con quelli che hanno logorato la sua leadership per tre anni di seguito, con quelli che hanno contribuito parecchio col loro atteggiamento e coi loro No a fargli perdere il referendum di dicembre, non solo, secondo me, non farà mai alleanze ma non andrà nemmeno a bere un caffè insieme.
E tutto questo non solo per un (comprensibilissimo) fatto personale ma perché tanti elettori che lo hanno sostenuto in questi mesi per lui durissimi, che coi loro voti e diciamolo col loro affetto, lo hanno riportato in vetta al Pd non capirebbero e non condividerebbero. Nessuna alleanza coi traditori ha detto Renzi alla vigilia delle Primarie e questa linea è stata apprezzata da quel 70% di elettori che domenica scorsa hanno segnato il suo nome.
Mi sembra poi che Pisapia, quando parla della possibilità di dar vita ad un “centrosinistra alternativo al Pd”, non si sia accorto di un altro fattore determinante: che coi risultati usciti dalle Primarie il centro-sinistra è già stato politicamente e fisicamente occupato dal Pd dei moderati di Renzi. A sinistra del Pd di Renzi non ci può essere un altro centrosinistra, ci può essere solo una sinistra radicale composta da scissionisti, postcomunisti e veri e propri nostalgici del comunismo.