Firenze, 4 settembre 2013 – Prima di asfaltare il partito, sta pensando di asfaltare le strade di Firenze. E visto come vanno le cose nel Pd, per Matteo Renzi sembra quasi più difficile la seconda impresa. Mentre il partito gli frana addosso corrente dopo corrente, ex dc dopo ex dc, lo abbraccia, lo avvolge, Renzi è chiamato a mesi difficili, convulsi, in cui gli impegni dell’oggi si sommano alle aspettative del domani, per proiettarsi a stretto giro su un dopodomani di governo.

Per farla breve: non c’è solo il candidato alla segreteria che ambisce alla candidatura a premier. C’è anche il sindaco che ostinatamente si picca di non venir meno al suo mandato e di non far mancare nulla ai suoi concittadini.

Per questo, con ancora in bocca il sapore del tortellino e sulla camicia bianca le manate del popolo bolognese, le stesse che avevano spinto Bersani alla vittoria delle primarie, si è presentato l’altra notte di fronte alla Stazione di Santa Maria Novella dove cominciavano i lavori di asfaltatura di una delle strade più disastrate della Ue.

Una foto, un sorriso, un saluto a passanti e lavoratori, e via. E ieri riunione plenaria con i tecnici del Comune per fissare il calendario dei cantieri da ultimare nei prossimi mesi. Insomma, Palazzo Chigi è all’orizzonte, ma su Palazzo Vecchio non molla. Questione di feeling con la sua città, ovviamente. Perchè il domani è rosa, ma il tramonto dalla sala di Clemente VII, suo ufficio attuale, è rosso fuoco. Perché il popolo del Pd, come tutti, si infiamma, si spegne e si riaccende. Oggi ti spinge sulle stelle, ma domani? Allora, Firenze. La certezza.

La solidità. Perché nella vita, purtroppo, è più facile trovare un lavoro avendone un altro che da disoccupato. E il sindaco di una città conosciuta in tutto il mondo, è sempre un buon lavoro. Poi, si vedrà. E se in Italia valesse la tradizione francese del député-maire, del deputato-sindaco, seguita da fior di primi ministri (Chaban-Delmas, Mauroy) anche Renzi penserebbe di percorrere la stessa strada. Così non sarà, ovviamente. Perché in Italia un lavoro basta e avanza.

Anzi, a volte basta solo correre per le primarie per essere «spompo». Per doversi asciugare il sudore con una bandana. Ma questo è dopo. Ora è Renzi, uno e trino: sindaco e bis candidato. Pronto ad asfaltare tutti e tutto. Persino le strade sgangherate di Firenze. Meglio se con qualche soldo dei prossimi mondiali di ciclismo.