In vita ne risultano 526, ma fino a ieri a dire «Cavaliere» si intendeva una sola persona: Silvio Berlusconi. Come Gianni Agnelli è stato «l’Avvocato» per antonomasia, Silvio Berlusconi era «il Cavaliere». O, come lo definisce confidenzialmente il Foglio di Giuliano Ferrara, «il Cav.». La nomina a Cavaliere del lavoro risale al ’77 e seppure i suoi dipendenti lo chiamano «Dottore» e i dirigenti del suo partito «Presidente», da che è «sceso in campo» l’appellativo mediatico di «Cavaliere» ne identifica il profilo politico. E’ per questo che la notizia della sua autosospensione dal titolo ha valore emblematico. Dopo essere stato dichiarato decaduto da senatore, a causa della condanna definitiva nel processo Mediaset Berlusconi sarebbe decaduto anche da cavaliere. Al fine di evitare l’onta di una radiazione per indegnità, si è dunque autosospeso, ma nel farlo è come se si fosse sfregiato il volto, mutato i connotati, smarrito l’identità. Ed è così, in effetti, che lo descrivono: smarrito ed irriconoscibile. Impossibile parlare con lui di politica. Stretto com’è nella tagliola giudiziaria e angosciato all’idea dell’affidamento in prova ai servizi sociali che scatterà dal 10 aprile, Berlusconi pensa ad altro e fatica a ridefinirsi politicamente. Il 25 maggio si voterà per le europee, e in Forza Italia nessuno sa dire quale sarà la piattaforma del partito. Avendo lasciato il governo, potrebbe godere di una facile rendita elettorale. Ma pur essendosi esclusa dalla maggioranza, FI non svolge un effettivo ruolo di opposizione. Accade in ragione della collaborazione con Renzi sulle riforme istituzionali e della necessità che il Cavaliere ‘in sospeso’ avverte di rilegittimarsi come uomo di Stato. Ad oggi, dunque, il partito non è né carne né pesce, non riempie le piazze né occupa il Palazzo. Soprattutto non assume una posizione netta rispetto al vero tema della campagna elettorale: l’Europa che c’è, quella senza cuore e senza politica dei ragionieri e dei tecnocrati. Perciò le voci sul possibile ritorno di Tremonti nei ranghi berlusconiani, o quelle sulla possibile candidatura di una delle figlie pur di avere un Berlusconi in lista, dicono poco. Il punto, oggi, è capire chi sia Berlusconi ora che non è più Cav., su quale china politica intenda collocarsi e se davvero l’unica, grande forza di opposizione è rappresentata dai grillini.