Il conto alla rovescia è cominciato, tra 38 giorni si voterà per le Europee e più il tempo passa più i partiti faranno sentire la propria voce nella speranza di catturare l’attenzione degli elettori. Le opposizioni hanno già cominciato ad alzare i toni: i cinque stelle ieri hanno paralizzato il Senato sul voto di scambio; la Lega ha fatto altrettanto alla Camera sull’immigrazione. E Forza Italia? Nulla. A parte le quotidiane polemiche del capo dei deputati Brunetta nei confronti del governo, solo mugugni, polemiche interne e silenzio. Ancora per poco, però. Da oggi, infatti, tornerà in scena Silvio Berlusconi. Dopo mesi di mutismo quasi clausurale dovuto sia alla depressione politica che l’ha colto sia all’esigenza di non irritare i giudici di sorveglianza, il leader di Forza Italia ha finalmente convocato una conferenza stampa. Ma dovrà mordersi la lingua, dal momento che un eventuale attacco alla magistratura lo esporrebbe al rischio di perdere i benefici dell’affidamento in prova ai servizi sociali. Non è detto che sia un male. L’argomento che più gli preme, la Giustizia, è infatti anche il più trito e probabilmente anche il meno efficace. Il partito è sfasciato, il leader azzoppato: in casi del genere, l’arte politica consiste nel valorizzare le condizioni date. C’è dunque da credere che quelle quattro ore settimanali che Berlusconi trascorrerà presso la fondazione Sacra famiglia di Cesano Boscone (prevedibilmente cinta d’assedio da telecamere e microfoni) diverranno il centro della sua campagna mediatica. Nelle ultime settimane, dai raghi di FI si sono levate voci in favore di: dentiere gratis, veterinari gratuiti e check up a costo zero presso le farmacie. Il target, dunque, è già definito: gli anziani. Quegli anziani che Berlusconi coccolerà ostentatamente nella casa di cura del milanese dove l’hanno mandato i giudici di sorveglianza. Altro tema scontato sarà l’Europa: da attaccare, naturalmente, essendo l’euroscetticismo il sentimento di due italiani su tre. Tutto pur di evitare che il M5s surclassi FI. Uno scenario apparentemente inevitabile, che potrà (forse) essere scongiurato solo se Berlusconi e Renzi riusciranno a mobilitare i propri elettorati. Se, nonostante i 23 milioni di italiani chiamati a votare anche per le amministrative, l’astensione alle Europee fosse molto alta, Grillo supererebbe infatti il 25% e FI dovrebbe rassegnarsi allo status di terzo partito.