Se la Scozia fosse stata indipendente Tony Blair non sarebbe diventato primo ministro britannico. E non tanto perché è nato ad Edimburgo e scozzesi sono stati gli uomini più noti dei suoi gabinetti, da Gordon Brown a Robin Cook, quanto perché il Labour che conosciamo non sarebbe stato il Labour che conosciamo. La Scozia vota infatti tradizionalmente e compattamente a sinistra e senza quei 4 milioni e rotti di elettori scozzesi il Partito labourista britannico sarebbe condannato all’irrilevanza. «L’Inghilterra è un Paese conservatore che qualche volta vota conservatore», osservò anni or sono Blair con evidente spirito british. Ebbene, se col referendum di giovedì gli scozzesi dovessero scegliere indipendenza l’Inghilterra resterebbe un «Paese conservatore» ma voterebbe conservatore ben più di «qualche volta». E’ matematico: l’asse politico inglese si sposterebbe a destra, Ed Miliband dovrebbe rinunciare alla speranza di diventare premier nel 2015 e la tradizionale sordità dei politici conservatori inglesi al richiamo delle sirene europeiste si ripercuoterebbe sull’Ue. Se è infatti scontato che una Scozia indipendente finirebbe per adottare l’euro, l’Inghilterra senza la Scozia manterrebbe di certo la sterlina e al referendum annunciato per il 2017 dal premier Cameron voterebbe probabilmente a favore dell’uscita dall’Unione europea. Non solo. Poiché la desovranizzazione degli stati, la mancanza di una governance europea e lo strapotere della finanza globalizzata  rivitalizzato le etnie, cosa farebbe allora l’Irlanda del Nord? Continuerebbe a gravitare attorno a una Gran Bretagna ridotta ad Inghilterra e Galles o tornerebbe a coltivare il sogno dell’unità nazionale? La Catalogna, che rappresenta il 20% del Pil spagnolo, voterà sulla propria indipendenza in novembre. E se venerdì la Scozia dovesse risvegliarsi ‘libera’ e  la Catalogna poi facesse altrettanto, cosa accadrebbe nei Paesi Baschi, nelle Fiandre, in Corsica e persino nel nostro lombardo-veneto? E’ probabile che  la paura dell’ignoto prevalga e gli scozzesi resistano al richiamo indipendentista. Ma gli appelli alla ragione non servono né agli unionisti né agli indipendentisti. Le nazioni preesistono agli stati, sono femmine e rispondono sempre e solo a richiami sentimentali.