Chi mi conosce lo sa: festeggio qualunque cosa. Natale, Pasqua, Epifania, San Valentino, festa della mamma, del papà etc etc… Di solito festeggio anche la festa della donna, fregandomene di trovarmi in qualche locale con tavolate al femminile che tra loro non hanno niente da dirsi a parte il fatto di essere donne in ‘libera uscita’. Ebbene, quest’anno ho deciso di evitare lo strazio. Mica perché non credo che le donne debbano festeggiare, anzi. Ma più che festeggiare, visto l’andazzo, sarebbe meglio dire RICORDARE. Ricordare che l’8 marzo non significa mimosa. E festa. E pizzate patetiche. Ma una serie di lotte – dalla richiesta di suffragio universale in avanti – che risalgono ai primi del ‘900. Dalla II Internazionale socialista la questione femminile è entrata in scena ed è pure nata una giornata ad hoc per festeggiare le donne. Bene. E ora?

Ci siamo addormentate. Assopite. Abbiamo messo la testa sotto la sabbia. Mica tutte, per carità. C’è tutta una nuova galassia femminista che gravita dalla Rete alle piazze, ma è ancora, credo, minoritaria.

Mi spiego: chi, stasera, in quelle tavolate conviviali parlerà  di femminicidi (delle 127 donne morte nel 2010, 114 sono state uccise da membri della famiglia, di cui 68 erano compagni della vittima e 29 ex partner) e discriminazioni femminili sul posto di lavoro (dalle lettere di licenziamento in bianco ai salari inferiori a quelli degli uomini)? Chi si arrovellerà davvero su quei divari che andrebbero sanati, come hanno ribadito Visco, governatore di Bankitalia e il ministro del Welfare, Elsa Fornero? Perché, ragazze, non è mica giusto che le nostre retribuzioni in Ue siano in media più basse del 16,5% rispetto a quelle dei nostri colleghi e che, in Italia,  la paga netta oraria sia il 9,2 per cento in meno di quella degli uomini. E non è nemmeno giusto che soltanto una donna su 4 possieda una carta di credito, come a dire: bye bye autonomia. Insomma, per citare Visco, si deve lavorare di più. Anche e soprattutto per un cambio di mentalità. Chissà se qualcuna di noi deciderà di iniziare proprio dall’8 marzo.