Funziona così: non puoi ventilare l’idea che qualcosa cambi o stia cambiando. Non si può, lo status quo è più importante. Meglio mettere la testa sotto la sabbia e far finta di niente piuttosto che ammettere che la società non è più quella sognata e che quei comportamenti che pensavi cristallizzati per sempre, non siano più consuetudini consolidate.

Elsa Fornero, durante la Giornata internazionale della Famiglia, ha soltanto constatato che ormai la famiglia tradizionale è diventata quasi un’eccezione. E ha fatto riferimento alla necessità, a questo punto, di dare un riconoscimento alle coppie di fatto.

Vi riporto il passaggio:

«La famiglia tradizionale rischia di diventare un’eccezione, non più la regola. Oggi le famiglie si fanno e si disfano e le famiglie tradizionali neppure si formano. Le coppie di fatto chiedono di essere considerate famiglie. Ci sono coabitazioni di persone dello stesso sesso che chiedono di essere riconosciute come famiglie». E Fornero ha anche aggiunto: «Io so e non lo posso dimenticare: io sono ministro anche delle pari opportunità».

Ebbene, sono bastate queste poche parole che non hanno nulla né di rivoluzionario, né di particolarmente innovativo per scatenare le ire del Forum delle famiglie e di un gruppetto di politici che vanno dalla Roccella a Gasparri, da Giovanardi alla Binetti. Tutti coalizzati a puntare il dito: Fornero non tiene conto della Costituzione. Fornero ci ha mancato di rispetto. Fornero qui, Fornero là. Trullalero trullalà.

Una domanda: ma con tutti i sacrifici che dobbiamo sobbarcarci, la crisi che ci strozza (mica solo in Grecia), i suicidi per motivi economici, i femminicidi che aumentano a una velocità che fa venire i brividi, la gente che sembra incapace non solo di cambiare lo status quo, ma anche solo di sognare un cambiamento, i nostri politici possono mettersi a discutere su una frase buttata lì, in parte sociologicamente vera, e strapparsi le vesti?

E soprattutto, mi chiedo, se queste persone vivano sulla nostra stessa Terra. Perché, a volte, mi viene il dubbio. Mica perché abbiano delle idee sbagliate, per carità, ognuno ha il diritto di pensare quello che gli pare, ma perché non si rendono conto di quello che sta succedendo. E se per tenere i piedi ben ancorati a terra ci si dimentica cosa significhi alzarli oltre al suolo polveroso, allora ci son ben poche possibilità che i nostri occhi riconquistino il cielo.

A questo proposito, cioè della difficoltà di cambiare registro, di riuscire almeno a concepire un’idea di cambiamento, un’amica mi segnala via Twitter la tavola rotonda “Donna, carriera e famiglia”( http://www.ilsole24ore.com/st/family2012/maggio17.htm ).Gli invitati? Tutti uomini, vi sembra normale?

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