Chissenefrega se poi ci danno dei bamboccioni. La mamma è sempre la mamma. Punto e stop. Sembra quasi un ossimoro quell’abbraccio tra il ‘cattivo ragazzo’ Balotelli e mammà. Hulk in campo, ma capace di sciogliersi davanti a chi l’ha cresciuto. Ed è proprio in questa alchimia che emerge fortissima in questa immagine simbolo in salsa tricolore che chiunque può riconoscersi. Perché, diciamolo, se pochi al mondo riescono a infilare una doppietta in una semifinale europea alla Germania, in tanti abbracciano mammà non appena riescono ad ottenere un successo. Anche piccolo, per carità. Ma in quei momenti, anche quando ci si sente onnipotenti, c’è qualcosa che ci spinge a terra: l’amore per ciò che di più prezioso abbiamo al mondo. A volte ce ne dimentichiamo. A volte facciamo finta di essere superiori, a volte ci atteggiamo a bulli, così, per nascondere la nostra insicurezza o chissà per quale arcano motivo, altre volte facciamo passare troppo tempo tra un abbraccio e l’altro. Ma quando succede qualcosa, la mamma è lì che piange per noi. E se non piange, esulta. Mario come noi. Mica quando segna (sarebbe ipocrita), ma soprattutto quando abbraccia.

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