LE PAGELLE DELLA POLITICA, articolo uscito il 17.07.2012 su QN

Facciamo un gioco… date anche voi i voti ai politici (anche nomi diversi da quelli che ho citato io), ci sarà da divertirsi!

MARIO MONTI
7

Moody’s declassa l’Italia, e lui (furioso) vola in Idaho con i guru delle nuove tecnologie. Davanti a un Bill Gates in camicia rosa salmonata, sfoggia una giacca principe di Galles senza cravatta. La classe non si declassa.
PIER LUIGI BERSANI
5

Tallonato da Renzi, contestato sui matrimoni gay con i laici che gli strappano in faccia le tessere del Pd, il segretario rischia di arrendersi già prima di iniziare a giocare. «Ora tocca a noi», ha detto. Peccato che perda tempo a pettinare le bambole (Crozza docet).

SILVIO BERLUSCONI
5

Tornato in pista, ha messo in un angolo Alfano, rottamato la Minetti e pensato di riesumare Forza Italia. Obiettivo: non buttare al vento 18 anni d’impegno politico. Peccato che a un giovane ultrasettantenne il lifting non basti più.
ANGELINO ALFANO
4

Il capo torna, lui si mette sull’attenti e si fa da parte. «Non ci sono rimasto male. Il candidato premier è Silvio, io resto segretario». Segretario sì, ma usa e getta.

NICOLE MINETTI
6

Prima è giovane, preparata, laureata con lode e sa pure l’inglese, perfetta per essere eletta al Pirellone con stipendio d’oro annesso; ora è l’agnello sacrificale, un vecchio trofeo da mettere in soffitta. Merita la sufficienza perché è stata trasformata in vittima dell’ipocrisia.
DANIELA SANTANCHÈ
4

Fa la dura e pura e invoca, a gran voce, le dimissioni della Minetti. Peccato che solo tre mesi fa avesse paragonato la consigliera regionale lombarda a Nilde Iotti. Coerenza sotto i tacchi (dodici).
UMBERTO BOSSI
4

 Il vecchio capo del Carroccio rischia di rimanere solo un ricordo sbiadito. Tant’è che il nome del Senatùr scompare addirittura dal simbolo della Lega per lasciare più spazio alla Padania. Sempreverde.

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