Ho appena visto ‘Piazza Pulita’ su La7, twittato e letto i commenti su Facebook in merito alla dichiarazione choc di Favia, consigliere regionale del Movimento cinque stelle di Beppe Grillo. Di primo acchito rivelazione allucinante, commenti stupiti, dubbi sui metodi giornalistici (l’intervista in cui il grillino spara a zero su Casaleggio, dicendo che la democrazia nel M5S non esiste, è un fuori onda) e bla bla di circostanza, con i grillini spaccati tra forcaioli e solidali con il ‘collega’ di Movimento. Poi, mano a mano che scorrevano tweet e post (compreso quello di Favia su Facebook), tanti dubbi, dietrologie e presunti complotti. Sintetizzo:

1) Se l’intervista risale a maggio (come è stato dichiarato durante il programma de La7), perché lo scoop è rimasto lì, surgelato, per quasi 4 mesi? Quale giornalista sapendo ciò che ha in mano lo tiene lì in caldo, rischiando che qualcuno lo batta sul tempo?

2) L’intervista metà registrata, metà fuori onda. E’ possibile che uno come Favia, avvezzo a video & Co., si sia fatto abbindolare così?

3) Il dibattito (sacrosanto) sulla deontologia giornalistica. Il fine giustifica i mezzi? ‘Rubare’ un’intervista per uno scoop è qualcosa da cui nessun cronista riuscirebbe a esimersi?

4) I contenuti di quanto detto da Favia. Il tema più importante, forse. Che mette in discussione la cosiddetta ‘democrazia dal basso’, cavallo di battaglia del Movimento. Ebbene, a questo punto, probabilmente, sarebbe il caso di parlarne diffusamente. Anche perché se i grillini si sentono e si presentano come ‘duri e puri’, a chi fa loro le pulci devono essere in grado di dare delle risposte sensate. In sintesi: chi si sente e si proclama invincibile deve poi dimostrarlo. La vedo grigia.

Staremo a vedere. Di sicuro il dibattito è aperto.

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