Articolo pubblicato il 12 settembre 2012 su Qn

(Carlino, Nazione e Giorno)

Estate nera, a sentire gli albergatori italiani. Pensate che più della metà dei nostri connazionali (fonte: Confartigianato) è stata a casa, per risparmiare. Chissà che non vengano tempi peggiori. E così, mi sono chiesta, che faccio? Indecisione cronica sulla meta, periodo di ferie Ferragosto, dove, ovunque vai i prezzi schizzano… alla fine ho scelto: Formentera. Una settimana sola, però. Perché mica si può esagerare quando hai lo spread che incombe sul groppone. La scelta (non low cost) è stata, però, ripagata: nella perla delle Baleari la crisi non esiste. Sì perché se vai in qualunque città della Spagna te ne accorgi che non è più come prima. Vedi i cartelli vendesi, i cantieri a metà, la movida un po’ meno frizzante. A Formentera, invece, sembra tutto cristallizzato a prima del baratro. Costa tutto carissimo, alla faccia di chi deve tirare la cinghia.

UN APERITIVO a base di mojito, giusto per avere un metro di paragone, costa quasi ovunque 10 euro. Ciò nonostante, gli italiani brindano allegri come se niente fosse. Il mare è di quell’azzurro che vedi solo ai Caraibi o nelle più belle calette della Sardegna e la maggior parte degli uomini e delle donne sembra uscita da una soap opera. Rilassati, belli da far invidia a una Belen qualsiasi, e con un look da copertina. Se non fosse che per acquistare il volo ad agosto devi quasi accendere un mutuo, ci sarebbero tutti gli ingredienti per sentirsi in un paradiso terrestre. Per avvicinarsi di più al genere, basta una gradevole passeggiata fino alla fine della spiaggia di Illetas, la più bella dell’isola, guadare una lingua d’acqua con la bassa marea (pare sia vietato, quindi i meno temerari è meglio che si avvalgano dell’imbarcazione che fa la spola) e andare alla conquista dell’Isla de Espalmador. Minuscola, con i fanghi naturali e decisamente incantevole.

NEL TARDO pomeriggio, come continuazione ideale, alla Mola (dove c’è uno dei due fari dell’isola) c’è il mercatino degli hippy (il mercoledì e la domenica) dove trovare oggetti di artigianato particolari. Per la serata, chi non ama imbattersi in simil tronisti o calciatori in declino, meglio che eviti Es Pujols (la fotocopia di Milano Marittima) e punti dritto a San Francisco, vera mecca radical chic di indubbio fascino. Al paradiso c’è un’unica contro indicazione: tornare. E riabituarsi al fatto che non sono tutti Adamo ed Eva nel mondo.

Rosalba Carbutti

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