INTERVISTA PUBBLICATA SU QN L’11 NOVEMBRE 2012 (il Resto del Carlino, La Nazione e il Giorno)

LE REGOLE del Movimento Cinque Stelle sono chiare: si va a casa dopo due mandati. Non importa se Giovanni Favia, consigliere regionale grillino in Emilia-Romagna, ne ha fatti due, di cui uno non completo: la regola è questa. Non importa se hai lavorato sodo. Non importa se incassi 78 voti a favore e solo tre contro all’assemblea semestrale di Piacenza (quella a cui gli eletti si sottopongono chiedendo al movimento di respingerli o confermarli). La regola vale per tutti.

È così Favia?

«Sì. Peccato che al Vday si parlasse di mandati parlamentari…».

Quindi le regole sono cambiate?

«Sono state estese anche a consiglieri comunali, regionali e di quartiere. E anche a chi ha fatto due mandati, di cui uno interrotto».

Insomma, un’eccezione?

«Si è parlato di norma ad Faviam. Del resto chi ha interrotto il mandato dopo sei mesi, in seguito alle dimissioni del sindaco Flavio Delbono, salvo poi iniziarne un altro come consigliere regionale, sono solo io».

E se fosse una sua paranoia?

«In quel periodo (nel 2011, ndr) avevo attriti con Casaleggio e, guarda caso, è poi arrivato il comunicato politico quarantacinque che spiegava le regole per candidarsi alle elezioni nazionali».

Avevano paura di candidare un ‘ribelle’ in Parlamento?

«Potevano risparmiarsi quella norma, visto che io non ho mai avuto una tale ambizione».

Non ‘rosica’ di aver lavorato come un matto e poi dover lasciare il seggio in mano a candidati senza nessuna esperienza politica?

«Alla prima esperienza si può anche far bene, ciò che conta è essere puliti…».

Ma l’onestà è sufficiente per sedere in Parlamento?

«Non vogliamo mica sostituire i disonesti con i cretini. Comunque, l’onestà non basta».

Grillo la pensa diversamente.

«In realtà, quando il sindaco Del Bono si dimise, fu lui a telefonarmi chiedendomi di candidarmi alla presidenza della Regione perché avevo già esperienza».

Anche del divieto ad andare ospiti nei talk show nel vostro ‘Non Statuto’ non c’è traccia.

«All’inizio eravamo in quattro ad andare in tv. Ci mandò Beppe ad Annozero. Ma allora il Movimento 5 Stelle aveva il 2 per cento».

Ora, invece, sembra che Federica Salsi, consigliere comunale a Bologna, debba indossare una ‘lettera scarlatta’ per aver partecipato a ‘Ballarò’.

«Anch’io non amo i salotti tv, ma la lapidazione è immorale».

Ma è vero che sta preparando una scissione, forte del suo consenso bulgaro?

«Macché. Dopo il fuorionda ho avuto delle avance da altri partiti, ma non mi sono neanche seduto al tavolo».

Ciò nonostante Grillo si disferebbe volentieri di lei.

«Tecnicamente non può espellermi».

Ma in che rapporti è oggi con Grillo e Casaleggio?

«Né Grillo, né Casaleggio conoscono le sfumature di grigio che è anche il loro bello, per carità. Però non mi rispondono al telefono. E credo che non mi parleranno più, anche se spero di recuperare il rapporto».

Cosa accadrà, invece, oggi all’assemblea degli ‘epurati’ a Bologna?

«Non conosco l’ordine del giorno. Se si parlerà di temi regionali ci sarò (aggiornamento: era atteso, ma non ha poi partecipato, ndr). Non penso a nessuna divisione, ma non sono un suddito di Grillo. Anche se per lui provo stima e affetto, ho il mio cervello».

Allora, finito il mandato in Regione, Favia scomparirà?

«Spero di aiutare chi viene eletto, perché la politica è un’opportunità che fa rifiorire chiunque».

Twitter @rosalbacarbutti
Questioni di cuore è anche su Facebook
Ps:  Per chi volesse leggere i vecchi post, clicchi qui: http://club.quotidiano.net/carbutti