Non ci posso fare niente: ho sempre odiato lasciare le cose a metà. Non ho mai capito quelli che mollano l’università a -2 esami dalla laurea, quelli che non finiscono una maratona, un piatto di pasta o un libro. Mi sono sempre rimasti indigeste le mezze frasi, i mezzi atti, le mezze misure. Ieri, a Sanremo, rieccola quella sensazione lì. Peccato.

Quando ho visto i due ragazzi gay sul palco con i cartelloni stile Love Actually mi sono quasi commossa. Perché esprimevano con delicatezza, un sentimento puro. E un desiderio vero: sposarsi. Diritto che ormai agli etero sembra insignificante. Ecco, dopo quel bel momento, un bacio, ci stava. E, invece, il pudore sanremese, ha avuto la meglio. Uffa. E uffa anche per un altro motivo: ho rivisto il video originale dei due ragazzi e, ovviamente, per motivi di tempo è stato tagliato. Indovinate qual è uno dei cartelloni mancanti? Quello sul sesso. Ma dai, che tristezza. Se vuoi fare un gesto di rottura,  fallo e basta. Non farlo a metà.  O hai il coraggio di dire, fare e baciare. O lascia perdere. Quel bacio è rimasto lì, sospeso, sul palco. E a me non va giù.

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