È inutile, vince la determinazione. E la sostanza. L’apparenza, i voli pindarici, le idee geniali senza un fondamento concreto portano lontano, ma non fino in fondo. L’ho sempre creduto, ma ho anche sempre sperato che un mondo diverso potesse esistere. Pensavo che i sogni, se potenti, potessero scavalcare montagne, volare su, fino ad acchiappare le nuvole, e, magari, un giorno, trasformarsi in realtà. Ne ero convinta, convintissima, poi un giorno ho capito che se si sogna e non si mette in pratica nello stesso modo ciò che si era pensato con cotanta ambizione, si rischia di rimanere a bocca asciutta. Ecco, tutto questo rimescolio di pensieri è solo per dire che a Masterchef stagione due non ha vinto il sogno, ma la concretezza. Ha detto bene Joe Bastianich: “Qui vincono i piatti, non le idee”. Come a dire, puoi fare il figo, infarloccare i piatti, ma vince chi cucina qualcosa che è, semplicemente, più buono. Il gusto non vola. O, meglio, può volare, ma prima deve convincere il palato. Il criterio di Masterchef (alla fine ha vinto la determinata Tiziana, l’avvocato che stava sull’anima a tutti, e ha perso il creativo Maurizio) credo sia quello che utilizzerò quando andrò a votare. Questa volta meno cielo e più terra. Alla fine basta solo mettere un piede davanti all’altro per non cadere…

 

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