INTERVISTA USCITA SUL RESTO DEL CARLINO DEL 7. 03.2013

BOLOGNA – Stefano Benni all’inizio dribbla i giornalisti. «Lo so, volete chiedermi di Beppe Grillo… Ma io non dico nulla. Voglio parlare di teatro, idee, del mio laboratorio con Paolo Rossi che lavorerà con dieci giovani talenti, gratis».
Sì, ma l’abbiamo vista sorridere in Toscana, di fianco al Grillo mascherato e…
«È stato divertente, punto. Ormai è il mio incubo».
Il successo di Grillo si può anche leggere come la rivincita del teatro sulla tv…
«I politici hanno imparato qualche trucco teatrale, ma ha vinto chi in tv non è andato, cioè chi, come Grillo, è abituato ai grandi pubblici. Ora però è bene non confondere i decibel con la verità. E’ presto per parlare: chi ha vinto (Grillo, ndr) deve riflettere. E anch’io devo pensarci su. Non è mica facile giudicare una cosa così, in fretta. Ma se fossi io in politica…».
Ecco, appunto, se ci fosse lei che cosa farebbe.
«Non farei mai l’onorevole. Ma mi darei da fare sulla cultura delle piccole cose e sulle grandi idee».
Il caso del Duse è emblematico…
«Il Duse è importante, ma ci sono anche altre realtà che meritano sovvenzioni. La mia linea non è tenere in vita qualsiasi cosa. Conta prima di tutto la qualità».
E a Bologna come vede il panorama artistico e teatrale?
«Ci sono belle realtà, penso all’Itc San Lazzaro e ai Teatri di Vita. Ma non mi va giù il caso del collettivo Bartleby. Passerò da estremista, ma trovo allucinante che in una città come la nostra non si riesca a trovargli una sede. Da Bologna mi aspetto di più».
Il concertone per Dalla, però, è stato un successo.
«Anche se io non ero amico di Dalla, sentimentalmente è stato bello, ma dobbiamo smetterla di pensare in un’ottica di grandi eventi. Sono stufo di sentir parlare di Zeffirelli… Lo sfido a fare qualcosa con 50mila euro. Con la crisi ci sono pochi soldi, ergo ci vogliono grandi idee».
Il suo spettacolo «Beatrici» ha seguito questa tendenza.
«È un nostro successo. Grazie al laboratorio teatrale Lupo lo abbiamo messo in scena in varie città, senza sponsor. Quest’anno riproviamo la stessa formula: io e Paolo Rossi stiamo lavorando a un testo sulla vecchiaia di Pinocchio che andrà in scena il 25 ottobre al teatro dell’Archivolto di Genova. Ma il laboratorio teatrale, a cui parteciperanno dieci giovani talenti emergenti, cinque maschi e cinque femmine, lo gestirà Rossi, e con lui non si sa mai cosa succederà…»
Il prologo, però, sarà a Bologna…
«La prima tappa sarà alla Scuderia (Piazza Verdi, 2) con letture e monologhi. Sono tutti giovani — età massima 22 anni — e freschi di Accademia. Ci saranno quattro appuntamenti (12, 19, 26 marzo e il 2 aprile, dalle ore 21) a ingresso libero. Si partirà martedì prossimo con la lettura del mio testo Blues in sedici con Dacia d’Acunto, Elisa Di Francesco e Krzysztof B. Bogucki, con la partecipazione di Valentina Chico e Danilo Nigrelli e musiche di Emiliano D’Onofrio all’oboe, poi sarà la volta di Mademoiselle Licantrope tratto dalle «Beatrici» il 19 marzo, «Plasters» di Sylvia Plath il 26 e il 2 aprile Silenzi di Safran Foer».
Progetti per il futuro?
«A novembre scriverò il testo per il nuovo spettacolo di Angela Finocchiaro, poi sto lavorando a un ‘Melologo’, teatro più musica. E ci sarò anch’io sul palco».

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