Dopo aver letto il libro – Il trono vuoto (Bompiani) – sono andata a vedere la versione cinematografica di Andò (autore anche del libro). Ecco, non so se capiterà anche a voi, ma quando ho sentito Servillo alias Giovanni Ernani, alias lo sgangherato leader del partito d’opposizione (pare il Pd, ma non è mai citato nel film), aizzare la folla di un comizio con queste parole (di Bertolt Brecht), ecco io ho sentito qualcosa. Qualcosa che vorrei condividere. Con voi. Andate a vederlo, please. Vi lascio le parole. Ma con Servillo, fidatevi, è un’altra roba.
A chi esita
Dici: per noi va male. Il buio cresce. Le forze scemano.
Dopo che si è lavorato tanti anni
noi siamo in una condizione più difficile di quando si era appena cominciato.
E il nemico ci sta innanzi più potente che mai.
Sembra gli siano cresciute le forze.
Ha preso una apparenza invincibile.
E noi abbiamo commesso degli errori, non si può negarlo.
Siamo sempre di meno. Le nostre parole d’ordine sono confuse.
Una parte delle nostre parole le ha stravolte il nemico fino a renderle irriconoscibili.
Che cosa è errato ora, falso, di quel che abbiamo detto?
Qualcosa o tutto? Su chi contiamo ancora?
Siamo dei sopravvissuti, respinti via dalla corrente?
Resteremo indietro, senza comprendere più nessuno e da nessuno compresi?
O contare sulla buona sorte? Questo tu chiedi.
Non aspettarti nessuna risposta oltre la tua.
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