Articolo pubblicato su QN il 13 giugno 2013

UNA RIBELLE ‘secchiona’ e insospettabile, Adele Gambaro. La senatrice genovese trapiantata a Bologna, 49 anni il prossimo 27 luglio, ha due figli, una laurea in Relazioni Internazionali a Ginevra, un master in diritto europeo a Parigi, conosce 4 lingue, e ha un lavoro da consulente a imprese ed enti pubblici sui fondi europei statali e regionali. In pratica, uno di quei candidati «qualificatissimi» di cui Grillo si vantava in campagna elettorale, non certo uno dei possibili «Scilipoti» del Movimento che si sarebbero avvicendati a destabilizzare il gruppo. Del resto, basta guardare il video di auto presentazione alle Parlamentarie, ma soprattutto leggere la sua lettera d’intenti per «bollarla» come un’ultraortodossa dei pentastellati. Pochi mesi fa, infatti, scriveva: «Penso che un parlamentare che non sia più in sintonia con il M5S, grazie al quale è stato eletto, semplicemente, si debba dimettere».
La Gambaro, fino alla sparata in tv («è tutta colpa di Grillo»), del resto, sembrava una delle tante senatrici nell’ombra. Entra nel Meetup bolognese nel 2009, si candida alle elezioni comunali e non prende neanche un voto. Poi ci riprova alle regionali, finché non arrivano le Parlamentarie e le elezioni politiche del boom, dove entra di diritto a Palazzo Madama. «Adele è attivista del M5S dal 2009 — racconta Giulia Sarti, deputata emiliano-romagnola —, ma anche se non partecipava a tutte le assemblee è sempre stata una persona corretta. Certo, non capisco perché adesso abbia deciso di danneggiare il nostro lavoro, ma ci parlerò. Il nostro problema non è certo Grillo, ma solo l’organizzazione del gruppo».
GIOVANNI Favia, consigliere regionale dell’Emilia-Romagna, ex astro nascente del Movimento poi espulso da Grillo, racconta chi era Adele ai tempi del Meetup: «Intanto non è una faviana, è solo un modo per metterla in cattiva luce. Si è anche detto del suo passato nel Pd, ma la maggior parte degli attivisti 5 Stelle viene da lì, non vedo lo scandalo». Ma com’era la Gambaro prima di diventare senatrice? Alcuni colleghi la definiscono una tipa neutra, mai sopra le righe, niente a che vedere con Marino Mastrangeli che, prima dell’espulsione, era sempre in tv da Barbara D’Urso a spiegare le sue ‘verità’. Del resto, nel bollettino quotidiano dei ribelli, la Gambaro, prima del caos, non compariva di certo.
Il motivo lo spiega Favia: «Adele è sempre stata sincera. Era impegnata sui temi della sostenibilità, attiva nel Movimento della Transizione, un’avanguardia ambientalista. In assemblea non interveniva quasi mai, ma quando parlava lo faceva a segno. Di sicuro — continua — non è una ruffiana, né una che è stata iscritta al ‘fan club’ di Grillo come tanti maggiordomi che ci sono oggi nel Movimento. Ma il suo disagio l’aveva sfogato molto prima dell’intervista in tv. Peccato che nessuno l’abbia ascoltata…».

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