Intervista pubblicata il 16 novembre su QN (il Resto del Carlino, La Nazione e il Giorno)
Il caso della Cancellieri riesplode nel Pd e parallelamente le divisioni tra i democratici rischiano di sfaldare il partito. Stefano Bonaccini, ex bersaniano, segretario Pd dell’Emilia-Romagna, ora coordinatore della campagna delle primarie di Matteo Renzi, cerca di minimizzare.
Bonaccini il partito è nel caos? 
 
«Non ci si può soffermare solo su alcuni casi limite per il boom delle tessere a fronte di 300mila iscritti».
Il fronte di Gianni Cuperlo dice che a livello locale siete poco sopra il 40% e parla di sconfitta
«Non sono il mago Otelma, ma comunque sia se nel secondo tempo vinciamo 4 a 1, la partita nel primo tempo finita 0 a 0 o 0 a 1 non conta».
D’Alema si chiede come farà Renzi a gestire il Pd se gli iscritti non sono dalla sua parte. 
 
«Non sembra questo il caso. Ed è già una vittoria».
 
Per le primarie dell’8 dicembre – che sembrano non lasciare dubbi sul vincitore – resta il rischio flop affluenza. 
«Speriamo che vengano a votare più di due milioni di persone. Renzi intanto riprenderà il suo tour in giro per l’Italia: mercoledì sarà a Genova».
Numeri molto più bassi rispetto alla sfida con Bersani dove votarono in 3 milioni. Renzi rischia una vittoria dimezzata? 
«Che il trend delle primarie sia in calo non è una novità. Con Prodi votarono oltre 4 milioni di persone».
Oltre a Prodi si sta allargando il partito dei big che diserteranno i gazebo. Susanna Camusso, Chiamparino… 
«Per il Professore mi dispiace moltissimo, visto che, da emiliano, è un mio punto di riferimento politico. Spero solo che cambi idea, ma credo che la drammatica giornata dei 101 pesi ancora».
Alcune ricostruzioni sostengono che i renziani c`entrino qualcosa… 
 
«Troppo comodo parlare a posteriori. Renzi chiamò Prodi per fargli sapere il suo sostegno».
Dopo l’8 dicembre se il sindaco di Firenze sarà segretario, si aprirà la partita per la premiership. Come vede la sfida con Letta? 
«Facciamo un passo alla volta».
Di certo c`è che il governo, dopo la riesplosione del caso Cancellieri, sia in difficoltà. 
«Matteo ha ribadito che al posto del ministro si dimetterebbe e ho visto che anche Cuperlo ha espresso parecchi dubbi. Il Pd sta rivedendo la sua posizione».
 
Se il governo cade, si va al voto. Renzi esulta? 
«Siamo coloro che dicevano: `mai insieme col Pdl`. Non è stato facile spiegarlo ai nostri militanti. Per Letta ho sincera stima, ora, però, l`esecutivo deve dimostrare di riuscire a fare delle cose, in primis la legge elettorale».
Come la mettete, invece, con la scissione del Pdl? 
«Non mi occupo delle case degli altri, ma sono curioso di vedere cosa faranno coloro che hanno avuto il coraggio di rompere col padrone».
 
Intanto quasi tutti i big Pd sono saliti sul carro di Renzi. 
«Non ci si può riconoscere nel cognome. Ora si spinga il carro».
Lei da uomo di Bersani è diventato un neorenziano, come le vive le critiche di tradimento?
«Io ci ho messo la faccia subito. Speriamo che la leadership di Renzi renda più forte il partito».

Rosalba Carbutti