Intervista uscita il 5 gennaio 2014 su Qn (Carlino, Nazione e Giorno)

 «SE IL GOVERNO di Enrico Letta continua a non fare nulla, come i predecessori Silvio Berlusconi e Mario Monti, allora è meglio tornare al voto». La bordata al premier, questa volta, non arriva da Matteo Renzi, ma dal segretario della Fiom, Maurizio Landini che, se da una parte ‘spara’ sul governo, dall’altra strizza l’occhio al segretario Pd.
Landini, è tempo di crisi per l’esecutivo?
«Dico solo: come si fa a governare con Alfano?».
Con Renzi crede che la musica possa cambiare?
«In 3 milioni hanno votato alle primarie e bisogna tenerne conto. L’elezione di Renzi dimostra la necessità di un cambiamento generazionale in politica».
Insomma, la nuova segreteria del Pd non rappresenta la morte della sinistra?
«La crisi della rappresentanza dei valori della sinistra non è iniziata con Renzi».
Lo ammetta: anche Landini è diventato renziano.
«Di sicuro, il rottamatore non è diventato landiniano».
Sui sindacati il segretario Pd ha picchiato duro.
«La crisi non è solo della politica, ma anche dei sindacati. La Cgil e tutti gli altri dovrebbero rendersene conto. Senza una legge sulla rappresentanza sindacale che permetta ai lavoratori di votare i propri accordi e i propri contratti non si può cambiare. E Renzi su questo ha detto di essere d’accordo».
Non è che come Renzi ha rottamato il Pd, lei punta a rottamare la Cgil (e la Camusso)?
«Dalla Fiom non mi muovo. Spero mi rieleggano segretario».
Il job act del segretario Pd la convince?
«Il contratto unico proposto da Renzi se dà una scossa per cancellare la precarietà — come i contratti a progetto, quelli interinali, le false partite Iva e il lavoro a chiamata — potrebbe essere una soluzione».
Con il contratto unico a tempo indeterminato per i giovani assunti, però, ci sarebbe una sospensione dell’articolo 18.
«L’articolo 18 è già stato modificato e non ha portato né investimenti da parte delle aziende straniere, né maggiori posti di lavoro, ma solo licenziamenti per motivi economici. Il contratto unico dev’essere inteso come un contratto a tempo indeterminato con un periodo di prova più lungo, mentre l’articolo 18 dev’essere esteso a tutti».
Quanto dovrebbe essere lungo il periodo di prova?
«Non più di 6/7 mesi».
Nel job act di Renzi si parla anche di sostituire la cassa integrazione con il sussidio di disoccupazione, che cosa ne pensa?
«È una sciocchezza. La cassa integrazione andrebbe estesa a tutti, basterebbe un piccolo contributo da parte di lavoratori e imprese».
Quali altre soluzioni auspica la Fiom?
«Incentivare i contratti di solidarietà perché, in tempi di crisi, permettono di redistribuire il lavoro. Non dimentichiamo che in Italia l’orario medio di lavoro annuale è di 1800 ore, a fronte delle 1500/1600 ore degli altri Paesi europei. E poi, per chi è senza lavoro, è necessario istituire il reddito minimo garantito che la Fiom ha proposto molto prima di Grillo».
Quale modello europeo dovremmo seguire per le politiche del lavoro?
«In Europa ci sono 25 milioni di disoccupati, non mi pare un grande esempio. Senza contare i vincoli che l’Ue ci costringe a rispettare».
Non sarà mica a favore dell’uscita dall’euro?
«Un conto è dire che il pareggio di bilancio sia un errore, un altro sostenere cose assurde».
Qual è la priorità del governo nel 2014?
«Una vera politica industriale che latita da 15 anni».
Intanto Fiat ha acquisito Chrysler.
«Aspettiamo a brindare. In Italia ci sono stabilimenti chiusi e lettere di licenziamento».
Però Marchionne parla di nuovi modelli a partire da aprile.
«Si è visto com’è andata a finire con Fabbrica Italia… Servono impegni scritti. E il governo convochi entro gennaio Fiat e sindacati».

 

Rosalba Carbutti

Twitter@rosalbacarbutti

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