Intervista pubblicata su Qn (Carlino, Nazione e Giorno) il 3 giugno 2014

Ferdinando Imposimato, giudice emerito della Cassazione, uno dei big di riferimento del Movimento cinque stelle, scuote la testa: «Grillo parla di brogli alle elezioni europee, ma per denunciare qualcosa ci vogliono le prove. Glielo dico da magistrato».

Imposimato, si è già pentito di essere salito sul palco di Piazza San Giovanni con Grillo e Casaleggio?

«Non faccio parte del Movimento, ma mi piacciono molto le sue battaglie. Sono gli unici ad aver fatto una vera opposizione, altro che la sinistra. E soprattutto hanno difeso la Costituzione, però…».

Però?

«Beh, alle elezioni hanno fatto parecchi errori. Ad esempio, dire che avrebbero vinto è stato un autogol. Ora, poi, questa idea di allearsi con Farage non mi piace per niente. I pentastellati sono molto distanti dal programma dell’Ukip e spero che, alla fine, scelgano di allearsi con i Verdi e la sinistra, mondi più simili al Movimento».

Se Grillo tira dritto, lei che fa?

«Io non faccio parte del Movimento, però l’ho apoggiato. Ecco, se il M5S dovesse stare con questo pazzo di Farage — che è nazionalista, razzista, contrario all’Europa e favorevole al carbone piuttosto che alle rinnovabili — potrei anche mollare e non votare più Grillo».

In tanti sono contrari a questa intesa anche all’interno del Movimento. Secondo lei, allora, perché Grillo si ostina a perorare la causa dell’Ukip?

«Probabilmente Grillo non sa nulla di lui. Anch’io prima di documentarmi non ne sapevo niente. Chiedo a Beppe di informarsi al più presto. Io sono sicuro di quello che dico perché ho chiesto al leghista Francesco Speroni che, con Farage, è stato eletto presidente del gruppo Europa della Libertà e della Democrazia nel 2009. Non discuto che questo Farage sia anche simpatico, ma vuole distruggere l’Europa».

Anche il leader 5 Stelle vuole uscire dall’euro…

«Su questo non sono mai stato d’accordo. Certo, sono con il leader 5 Stelle, l’Europa è fallita e l’euro ha avuto effetti disastrosi sulle piccole e medie imprese e sui salari. Ma io, come Moro e Pertini, voglio un’Europa unita che è anche e soprattutto uno strumento di pace».