Intervista uscita su Qn (Carlino, Nazione e Giorno) il 18 gennaio 2015

«L’incontro tra Angelino Alfano e Silvio Berlusconi è indispensabile».
Ministro Lupi le trattative per il Quirinale procedono?
«Andranno avanti per quindici giorni. Il leader di Ncd vedrà in questi giorni il Cavaliere, ma forse ci sarà anche un summit a tre con Matteo Renzi. Del resto, Pd, Ncd e Forza Italia hanno fatto un patto di responsabilità per le riforme che deve valere anche per il Colle».
Ma chi le dice che Renzi e Berlusconi opteranno per questo patto a tre superando quello del Nazareno?
«Mettere Ncd all’angolo non sarebbe una scelta di responsabilità. Credo che non succederà».
Sembra ottimista…
«Dalla direzione Pd abbiamo avuto segnali confortanti, sia sul metodo sia sulla figura del prossimo presidente della Repubblica che secondo me eleggeremo al quarto scrutinio entro fine gennaio, ma…».
Ma?
«È certo che se nella partita del Quirinale si rispecchiassero problemi interni al partito democratico ci tireremmo fuori».
Renzi dirà il nome 24 ore prima del voto.
«Beh 24 ore prima, è ovvio. Ma in questi giorni dovrà sottoporci una rosa di candidature. Noi non dobbiamo avere preclusioni sulle proposte del Pd, ma il premier non può solo pensare di candidare esponenti del suo partito».
Quindi siete in sintonia con Berlusconi: no a un candidato di sinistra?
«Renzi potrebbe dare un segnale indicando una figura moderata che appartiene all’ala liberale. Del resto quando c’era la Dc al governo sono stati eletti presidenti di area liberale come Luigi Einaudi, un socialdemocratico come Giuseppe Saragat e un socialista come Sandro Pertini. Anche il premier potrebbe voltare pagina…».
Pier Ferdinando Casini farà parte della partita?
«Non faccio nomi. Il toto presidente è uno degli sport peggiori che ci siano».
Vabbè, l’identikit del vostro presidente della Repubblica ideale però è d’obbligo.
«Prima di tutto non dev’essere un tecnico, ma un politico. Al Paese serve una figura autorevole, anche a livello internazionale, non necessariamente di sinistra. Infine non deve rappresentare un’area interna a un partito, magari in contrapposizione con un’altra».
Insomma, come dice Alfano, l’elezione del nuovo capo dello Stato non deve essere come le primarie del partito.
«Il premier non andrà in questa direzione. Anche perché se eleggesse il presidente con l’apporto di Pd, Sel e 5 Stelle noi non ci staremmo. Non vogliamo un presidente eletto al di fuori del patto sulle riforme».
Il problema è che Forza Italia è balcanizzata, tra i ribelli di Fitto e le liti interne.
«Credo che la leadership di Berlusconi non si possa mettere in discussione ed è giusto che il Cavaliere dialoghi con noi. Di sicuro i 90 voti di area popolare seguiranno le nostre scelte in modo compatto. E con Forza Italia possiamo arrivare a dare un contributo di 200-240 voti».
Il Colle sarà un pretesto per ritornare all’ovile azzurro?
«Se Forza Italia accettasse si potrebbe iniziare un percorso, restando due partiti distinti. Del resto, chi può rappresentare un’alternativa a Renzi?».
La Lega ha superato Forza Italia.
«Matteo Salvini ha dichiarato di essere più a destra di Marine Le Pen. Proprio per il fatto che cavalca rabbia, populismo e demagogia, è responsabilità delle forze moderate Forza Italia, Ncd e Udc rappresentare il centrodestra».