Intervista pubblicata il 26 febbraio 2015 su Qn (Carlino, Nazione e Giorno)

GIUSEPPE DI FEDERICO, professore emerito di Ordinamento giudiziario all’università di Bologna, non festeggia.
Ma lei era tra i promotori dei referendum radicali che riguardavano anche la legge sulla responsabilità civile delle toghe…
«È un passo avanti, ma non risolve il problema del rapporto tra indipendenza e responsabilità che nel nostro Paese è fortemente squilibrato rispetto agli altri».
Quali effetti ci saranno?
«Nessuno sarà risolutivo visto che tutte le leggi verranno interpretate dalla magistratura stessa. Del resto, la responsabilità civile chi la giudica? I giudici».
C’è un problema di commistione tra politica e magistratura?
«Basti guardare al fatto che a differenza degli altri Paesi i magistrati occupano posizioni in tutti i gangli decisionali dello Stato, dal ministero della Giustizia al Parlamento fino alla Corte Costituzionale».
Come rendere le toghe più responsabili?
«Due esempi: in Italia tutti i magistrati arrivano al massimo di carriera e stipendio, mentre negli altri Paesi conta il merito. E poi c’è l’obbligatorietà dell’azione penale che giustifica qualunque comportamento dei pm».
L’Anm, però, è già salita sulle barricate dicendo che questa legge minaccia l’indipendenza delle toghe.
«(Ride). Tutti faranno l’assicurazione, quindi con una cifra modesta si metteranno al sicuro».
Con la nuova legge, però, per i cittadini sarà più facile fare ricorso e l’iter sarà più veloce.
«Prima c’erano tre gradi di giudizio: l’accertamento di dolo e colpa grave, poi il ricorso allo Stato che poteva rivalersi sui giudici. Ora, il primo passaggio, con l’eliminazione del cosiddetto ‘filtro’, non ci sarà. In pratica, con la legge Vassalli, il procedimento diventava talmente lungo che finiva per incidere quasi sull’asse ereditario dei nipoti… oggi, forse, il cittadino avrà il suo risarcimento un po’ prima».
Il cosiddetto referendum Tortora del 1987, promosso da radicali e socialisti, portò alla legge Vassalli sulla responsabilità civile. Anche allora ci si aspettava qualcosa di più?
«C’ero anch’io tra i promotori. Le leggi, come la Vassalli, fanno quello che possono…».
Dal 1988 a oggi, le richieste di risarcimento dei cittadini sono state 400 e i ricorsi vinti sette.
«Oggi, eliminando il ‘filtro’, i ricorsi forse aumenteranno».
E magari paralizzeranno i tribunali.
«Non ho la sfera di cristallo, forse potremmo avere un incremento di ricorsi all’inizio, ma è possibile che gli avvocati tireranno il freno perché non amano contrapporsi alle toghe, mentre i magistrati saranno molto rigorosi nel giudicare i comportamenti dei propri colleghi. E comunque è previsto un ‘tagliando’ tra sei mesi per valutare gli effetti della legge ed eventualmente correggerla. Che cosa vogliono di più le toghe?».