Intervista pubblicata il 1° marzo 2015 su QN (Carlino, Nazione e Giorno)

Matteo Richetti, da renziano della prima ora, come vede questa spaccatura del Pd?
«Stiamo tornando al clima delle primarie del 2012, quando Renzi sfidò Bersani».
Il veleno non manca.
«C’è un braccio di ferro incomprensibile, legato a residui ideologici che gli italiani non capiscono più».
Bersani dice che Renzi ha tradito la minoranza Pd sui licenziamenti collettivi del Jobs Act.
«Tradimento?».
Già, così pare.
«Non so se sia mai esistito un accordo segreto tra Renzi e la sinistra Pd».
Se fosse, i ribelli avrebbero ragione.
«Tutto il Pd ha deciso di andare avanti sul Jobs Act».
Gianni Cuperlo dice che il Pd è diventato un partito padronale.
«Se c’è poco confronto non va bene. Se Renzi convoca i parlamentari è sbagliato. Matteo convoca una direzione del partito ogni 15 giorni. Che altro vogliono?».
Incidere sulle riforme.
«Mi sembra che dall’Italicum alla riforma costituzionale, fino alla linea anti austerità del semestre Ue, la minoranza abbia avuto grande spazio».
Bersani ha annunciato che – senza modifiche – non voterà l’Italicum.
«Pensano con il 20% del partito di poter fermare le riforme».
Se si mettono d’accordo con Forza Italia…
«Non credo che andrà così. Perché altrimenti l’Italicum tornerebbe al Senato e non avremmo più una legge elettorale».
Renzi rischia grosso tra patto del Nazareno in frantumi e guerra aperta con la minoranza del partito.
«No, il gruppo parlamentare non è così diviso. Ci sono prese di posizione dei singoli. E infatti alla riunione di Renzi alcuni colleghi della sinistra Pd hanno partecipato in modo costruttivo».
C’è chi parla di scissione…
«Ma va… Non c’è distinzione tra ‘noi’ e ‘loro’».
Lei, intanto, ha creato la corrente dei cattorenziani. E Renzi non ha apprezzato.
«Ho solo invitato dei colleghi a confrontarsi su Pd, Italia ed Europa».
Colleghi cattorenziani.
«Una corrente che va dall’ex Ppi Beppe Fioroni all’ex Sel Gennaro Migliore? Mica sono matto».
Quindi che cosa c’è dietro spazio democratico?
«Nessuna corrente, solo l’incontro tra persone che non rinunciano al confronto».
Altrimenti Renzi si arrabbia.
«Lui dice che bisogna pensare alle idee».
E alle primarie.
«Così non funziona. Bisogna scrivere regole certe una volta per tutte».
In Campania è il caos.
«Prendiamo il caso di Vincenzo De Luca, ex sindaco di Salerno. Il Pd non doveva permettergli di candidarsi. Perché se viene eletto, scatta la legge Severino e che cosa si fa?».
Intanto Matteo Salvini va in piazza contro Renzi.
«Prima urlava ‘terroni’, ora fa i raduni a Roma: bella coerenza».
È lui l’anti-Renzi?
«Credo che sarà il nuovo leader del centrodestra, erede del berlusconismo».
A sinistra, invece, c’è Maurizio Landini. Scenderà in piazza il 28 marzo.
«Spero continui a fare il leader della Fiom. E, comunque, il Paese migliora governando. Non portando la gente in piazza».

Rosalba Carbutti

Twitter@rosalbacarbutti

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