21 aprile. A proposito di migranti ed emigranti, non dobbiamo mai dimenticare che migliaia e migliaia di italiani, nel secolo scorso, sono partiti dalla loro Patria verso l’America, la Germania, l’Australia, il Canada… con la speranza di trovare lavoro, un futuro migliore per i propri figli, visto che nel loro Paese non riuscivano ad ottenerlo, con le umiliazioni, le angherie, i soprusi e le violenze, che hanno dovuto sopportare! Non è passato poi così tanto tempo…
Gianni Morandi è uno di noi. Mica solo per il post su Facebook , ma per come si è speso in ogni commento – razzista, becero, contraddittorio – che gli è stato vomitato addosso sulla bacheca. Senza freni, come spesso accade sui social. Non ha fatto come molti di noi che scrivono, gettano il sasso e poi, di fronte agli insulti, tolgono la mano oppure replicano incazzati. Lui ha letto ogni singola critica. Ha risposto, chiamando per nome l’interlocutore. Non per convincere, ma per discutere, confrontarsi, capire e far capire. Gianni è uno di noi. Ma in questo caso è stato meglio di tanti di noi. Il mezzo è il messaggio, scriveva Mc Luhan.
Chapeau.

Ps: Matteo Salvini ha commentato, così, le parole di Morandi: «Se Gianni Morandi è così attento alle esigenze degli immigrati, visto che non gli mancano soldi e case dia il buon esempio: accolga e paghi di tasca sua! Canta
che ti passa…». Anche Salvini è uno di noi. Ma molto peggio.