Rosalba Carbutti
ROMA
«L’IMPORTANTE non è solo vincere, ma anche come si vince». Alfredo D’Attorre, uno dei duri e puri della minoranza Pd, non fa sconti.
Matteo Renzi, dal 6 a 1 auspicato, ha detto di accontentarsi di vincere per quattro Regioni a tre. Il premier ha paura?
«Non so, ma mai come adesso il centrodestra è sfaldato e senza leadership. Se il Pd non punta all’en plein in questo caso…».
Renzi sostiene che voi della minoranza Pd remate contro.
«Ma come? Siamo stati fin troppo buoni…».
Se ci sarà un insuccesso del Pd, sapete che il premier vi darà la colpa?
«Se fossimo stati meno responsabili avremmo usato ben altri toni sugli impresentabili nelle liste collegate».
Quali?
«Siamo stati dei signori a non cavalcare temi che avrebbero aumentato l’imbarazzo nel partito».
Il «bubbone» è scoppiato.
«Sì, ma Saviano non fa mica parte della minoranza dem».
Il problema resta.
«Servono regole chiare e rigorose per selezionare le candidature. Non si può pensare solo a vincere, imbarcando chiunque».
Voi però vi siete battuti sui capilista bloccati e non sui nomi equivoci nelle liste collegate al Pd.
«Non c’è stata alcuna possibilità di discuterne».
C’è sempre una scelta.
«Renzi aveva annunciato una direzione del partito per discutere le liste. Ma non è avvenuta. A quel punto ci siamo trovati di fronte a fatti compiuti».
Il clima nel Pd, comunque, si è invelenito. Basti pensare a Italicum e scuola.
«Una scelta di Renzi».
In che senso?
«È lui che ha voluto affrontare provvedimenti divisivi come la legge elettorale e la riforma della scuola durante la campagna elettorale».
Che cosa doveva fare?
«Aspettare le elezioni».
Insomma, non siete voi i «gufi».
«Macché. Più che altro da leader del Pd e premier mi preoccuperei dell’affluenza alle urne».
Il timore che gli elettori disertino il voto c’è.
«E Renzi farebbe bene a non considerarlo un problema secondario, né una discussione da alcolisti anonimi».
L’importante è vincere.
«Vincere con affluenza bassa e meno voti al Pd sarebbe un campanello d’allarme».
Che voi farete sentire?
«Siamo in campagna elettorale. E noi della minoranza ci stiamo spendendo per i candidati del Pd».
Fassina, in verità, ha detto che in Liguria non voterebbe per la Paita.
«Comunque sia la Paita è la candidata del Pd e…».
Lei la voterebbe?
«Io voto a Roma… e comunque non sono stato invitato a Genova».
State aspettando il risultato del test Liguria dove c’è il civatiano Luca Pastorino?
«La Liguria è un caso a sé».
La Boschi dice che, comunque, non ci saranno ripercussioni sul governo.
«Le elezioni hanno sempre un’incidenza sul quadro politico, ma noi non vogliamo la sconfitta del Pd per approfittarne nella discussione interna».
Dopo le Regionali la minoranza come si comporterà?
«Di certo non si può stare nel partito e non votare i provvedimenti del governo».
Insomma, se ne va?
«Finché ci sono margini per una battaglia interna resto».
Congresso anticipato?
«Vediamo dopo il 31 maggio. Si potrebbero coinvolgere gli iscritti o il popolo delle primarie su grandi questioni come la scuola o altre riforme».