Intervista pubblicata su QN (Carlino, Nazione e Giorno)  il 18 agosto 2015

NELLO SCONTRO vescovi-Salvini, Giovanni Toti dà ragione al leader della Lega. Ma sullo ‘sciopero’ anti-Renzi lanciato dal Carroccio, il governatore azzurro della Liguria ha parecchi dubbi.
Toti, il centrodestra è già diviso.
«L’iniziativa della Lega è legittima, ma bloccare il Paese non è il massimo».
Contrario allo sciopero di tre giorni lanciato da Salvini?
«Non credo che una serrata o uno sciopero trovi il favore di imprese, commercianti e artigiani».
Pare polemico.
«Sarebbe bello costruire un centrodestra unito che organizzi un’alternativa al governo Renzi, non solo attraverso manifestazioni di piazza».
Salvini ha chiamato anche Grillo a scioperare contro il governo. Forza Italia è stata coinvolta?
«Macché, io l’ho saputo dalle agenzie di stampa. Si tratta di un’iniziativa della Lega, non nostra. Forse sarebbe stato meglio discuterne prima, il centrodestra non può più andare in ordine sparso. Serve un passo avanti».
Cioè?
«Dobbiamo sederci a un tavolo di coordinamento con Lega, Fratelli d’Italia e parte dei centristi cattolici per far partire un’alleanza coesa, con una linea precisa e delle regole condivise».
Forse, prima di tutto, serve capire chi sarà il leader.
«Lo deciderà il nostro popolo».
Via alle primarie?
«Basta che non siano come quelle del Pd, va bene».
Silvio Berlusconi rottamato?
«Se partecipasse alle primarie stravincerebbe. Ma, ovviamente, bisogna pensare anche che se si votasse in autunno lui non potrebbe candidarsi».
Il voto non sembra così vicino.
«C’è un pasticcio in atto. L’Italicum che vale solo per metà del Parlamento, la riforma del Senato che è un caos, i conti pubblici che vanno male…».
Beh potreste ripartire dal patto del Nazareno per cambiare le cose.
«Ormai è un accordo morto a causa degli egoismi del Pd che continua a scaricare il suo congresso interno sul Paese».
D’accordo, ma se si cambiasse l’Italicum…
«Se Renzi pensasse di tornare al premio di maggioranza alla coalizione anziché alla lista, ripensasse alla riforma del Senato e modificasse il titolo V dando più autonomia alle Regioni potremmo anche tornare a sedere al tavolo».
L’obiettivo primario del governo è trovare i numeri al Senato. Ci sono?
«Problemi del Pd, non nostri».
L’immigrazione, invece, riguarda un po’ tutti.
«Di sicuro è un problema che va affrontato e non scaricato su sindaci e presidenti di regione».
I vescovi, con monsignor Nunzio Galantino, hanno attaccato Salvini, ma anche il governo.
«I vescovi fanno i vescovi. Di sicuro Galantino non ha usato la solita sobrietà tipica degli uomini di Chiesa e Salvini ha fatto bene a replicare».
Quindi, in questo scontro tra Chiesa e Lega, a chi dà ragione?
«A Salvini. E per dare un giudizio sul governo sul tema migranti non c’è bisogno dei vescovi».
Soluzioni?
«Urge un blocco navale, affondare i barconi degli scafisti… L’Italia deve farsi promotrice di una politica internazionale sulle coste della Libia. Subito».

Rosalba Carbutti

Twitter@rosalbacarbutti

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