Intervista pubblicata il 22 agosto su QN
«Matteo, fai come Alexis Tsipras: torna al voto».
Roberto Giachetti, vicepresidente della Camera, passato da radicale e ora nel Pd, a Renzi consiglia le urne, come in Grecia.
Lei, in verità, preme per il voto da un anno e mezzo. 
«Mica si può andare avanti così. L’obiettivo della minoranza Pd è sfasciare tutto e ammazzare politicamente Renzi».
Sicuro che le larghe intese siano meglio del logoramento?
«Le larghe intese con Alfano le abbiamo già. Se andiamo al voto almeno avremmo dei gruppi parlamentari leali, non come gli smacchiatori del giaguaro».
Così si rischierebbe la scissione del Pd come è successo con Syriza in Grecia?
«Ad Atene sono più seri di noi. In Italia si preferisce fare opposizione dall’interno del partito perché rende di più…».
Insomma si lucra sul Pd.
«Se escono dal partito Miguel Gotor e Alfredo D’Attorre, due minuti dopo chi si ricorderà di loro?».
Renzi però sta tentando di mediare per evitare il famoso Vietnam al Senato.
«Per questo caldeggio il voto. La mediazione si fa con le opposizioni non con una parte del partito: così è un suicidio».
Renzi, però, sta tendendo la mano a Pier Luigi Bersani: l’ex segretario chiuderà la festa dell’Unità di Bologna.
«Auguri ai militanti. Ma io me ne starò a Roma».
Andiamo sul concreto: i numeri al Senato non ci sono. 
«C’è il voto segreto…».
E potrebbero arrivare rinforzi.
«Avremo un po’ di voti da Verdini, magari un pezzo di Forza Italia starà con noi e pure qualcun altro dell’opposizione, ma non è questo il punto».
E qual è?
«Semplice: la minoranza del Pd non può fare più opposizione delle opposizioni. Dall’Italicum al Senato abbiamo concesso moltissimo, peggiorando in alcuni casi le riforme. Ma loro si sono dimostrati comunque inaffidabili».
Inasprire il regolamento e far sì che i ribelli siano ‘sanzionati’ potrebbe essere una soluzione.
«Macché, quelli se ne fottono. C’è qualcuno che vive per ricattare Renzi».
Addirittura.
«È la realtà. Sono in guerra su tutto: gli 80 euro, il lavoro, la scuola e ora pure Roberto Speranza se ne esce attaccando il governo sul Fisco».
Semplice, rivogliono il partito.
«Macché. Puntano solo a distruggere l’unico governo di centrosinistra che mette in luce il fallimento delle esperienze precedenti. L’obiettivo è logorare Renzi fino a esibire le sue spoglie».
E, magari, costruire un progetto a sinistra.
«A loro non interessa assumersi responsabilità. Potrebbero anche presentarsi con D’Attorre leader».
Insomma, la solita storia della sinistra minoritaria.
«Già. Si accontentano di un 15-20% e di continuare ad alzare il pugno».
Il logoramento, però, sta funzionando, viste le ultime performance del Pd alle Regionali.
«Per forza, dici Regioni e la gente vomita. In realtà, nonostante le battaglie della minoranza dem, siamo comunque tra il 32-35%. E, se oggi andassimo alle urne, saremmo più vicini al 40% delle Europee».
Renzi, però, pensa a un «rimpasto» in segreteria. Un brutto segnale?
«Il partito è sofferente ed è giusto rafforzarlo. Soprattutto sul territorio».
Rosalba Carbutti

Twitter@rosalbacarbutti

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