ROBERTO GIACHETTI attacca? La minoranza Pd replica. Con forza.
Il vicepresidente dem della Camera, ieri intervistato da Qn, aveva accusato i ribelli: «Vogliono sfasciare tutto e logorare Renzi, meglio il voto anticipato. Come ha fatto Tsipras in Grecia».
Il bersaniano Miguel Gotor guida la rivolta di Palazzo Madama, ma continuerà la sua battaglia dentro il Pd: «Gli attacchi scomposti di Giachetti rivelano nervosismo e debolezza politica».
Sorpreso dai toni del vicepresidente della Camera?
«Siamo abituati… forse ad agosto, col caldo, c’è stato un peggioramento».
Di fatto, vi chiede di togliere il disturbo come ha fatto l’ala dura di Syriza.
«Mi dispiace deluderlo, ma noi siamo del Pd e resteremo sempre nel Pd».
Dice che state logorando il partito.
«Non dico che il Pd debba ringraziarci, ma se non ci fossimo noi molti iscritti avrebbero preso un’altra strada».
Sicuro?
«Certo. La riforma della scuola, ad esempio. Votare la fiducia su questo provvedimento mi è costato, ma poi grazie alle iniziative della minoranza Pd si è riaperto il dialogo con gli insegnanti».
Meno male che la minoranza c’è, allora.
«A parte l’ironia, il problema è nel Pd. Le ultime amministrative hanno dimostrato la disaffezione degli elettori, la cosiddetta ‘scissione silenziosa’».
E se invece, come dice Giachetti, la responsabilità fosse vostra?
«La posizione di Giachetti è da sempre minoritaria. Si erge a consigliere di Renzi, ma poi il premier fa l’opposto. Come quando gli disse di non diventare premier senza passaggio elettorale e lui fece il contrario».
Sì vabbè ma i sondaggi vi danno in calo.
«E mi preoccupa. Il compito del segretario del Pd è tenere unito il partito e, invece, fomenta le divisioni. Oggi continuare a usare come una clava il 40% delle Europee come fa Giachetti è un errore perché rischiamo all’improvviso di trovarci senza clava».
Le divisioni non aiutano.
«Noi avremmo voluto continuare con il metodo Mattarella. Nonostante il voto segreto, abbiamo mostrato lealtà e sostegno al governo. Renzi ha perso un’occasione, ma non demordiamo».
Giachetti vi accusa di non essere leali e la guerra su tutto (dal Senato, alla scuola, fino al Fisco) è un dato di fatto.
«Vista com’è andata con Prodi e Marini fossi in loro non tirerei fuori la lealtà. E comunque il nostro compito è evitare la deriva neocentrista e trasformista del Pd e tentare di migliorare le riforme».
Le resistenze vere le farete a Palazzo Madama.
«L’elettività dei senatori è una richiesta irrinunciabile».
Talmente irrinunciabile da far cadere il governo?
«È sbagliato porre indirettamente una questione di fiducia sulle riforme. Ma credo prevarrà la prudenza».
Quindi state mediando?
«Non mi risulta. Renzi preferisce fare accordi con Verdini e Forza Italia piuttosto che con noi».
Ma voi siete nello stesso partito…
«Dovremmo dialogare, ma Renzi utilizza la strategia del nemico interno per prendere più voti a destra. Ma quei voti non arrivano e intanto sega l’albero dov’è seduto».
Diciamolo: volete riprendervi il Pd e Roberto Speranza sfiderà Renzi al congresso 2017.
«È prematuro. Speranza lo stimo umanamente e politicamente. Non capita spesso che ci sia qualcuno che rinuncia a fare il capogruppo e anche alla poltrona di ministro delle Infrastrutture per rispetto alle proprie idee. Nel Pd, invece, troppo spesso c’è chi ragiona di poltrone senza idee».

Rosalba Carbutti

Twitter@rosalbacarbutti

E’ questione di cuore è anche su Facebook

Ps:  Per chi volesse leggere i vecchi post, clicchi qui: http://club.quotidiano.net/carbutti